C’è fermento nei e tra i partiti. Domani aprirà i battenti la nuova Legislatura, ed il primo passo da fare è quello relativo all’assegnazione delle presidenze di Camera dei Deputati e Senato. Il centrodestra, forte della maggioranza in ambo le camere, tratta da solo. Sono Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia che stanno decidendo le sorti di queste due nomine. Nonostante la forza della maggioranza numerica, regna l’incertezza, con i vari pariti che cercano di giocare la propria partita in termini di accaparammento di nomine. Fratelli d’Italia ha espresso una preferenza: Ignazio La Russa Presidente del Senato. La Lega risponde, e lo ha rilanciato fortemente nel consiglio federale tenutosi oggi, il nome di Roberto Calderoli. Meno in partita Forza Italia che per mezzo di Gasparri commenta: “Ancora nessun accordo”. Dal campo forzista l’unico nome in ballo sembra essere quello di Antonio Tajani alla Camera. Lì, la Lega, spinge per Riccardo Molinari.
Capitolo vicepresidenze
Tradizionalmente spettanti all’opposizione, secondo rumors odierni Partito Democratico e Movimento 5 Stelle starebbero lavorando ad un accordo volto a dividere le due Vicepresidenze tra loro. Una mossa che taglierebbe fuori, quindi, il terzo polo. La segreteria di Azione, attraverso Osvaldo Napoli, ha commentato: “Non so se rispondano al vero le indiscrezioni di queste ore sulle intenzioni di Pd e M5S di accordarsi per escludere Azione dalle nomine degli uffici parlamentari. Se così fosse vorrebbe dire che è ancora lo spartito del rancore e della vendetta che domina nei calcoli del Pd e del suo segretario. Voglio essere meno malizioso e leggere, in questa scelta che sarebbe sciagurata, il timore di Pd e M5S per il ruolo di opposizione autonoma e non pregiudiziale che Azione intende svolgere”.