Il gasolio ha ormai sfondato il tetto dei due euro al litro per quanto riguarda il servito, più della benzina che si assesta sugli 1,844 euro. Schizza alle stelle il prezzo benzina diesel, con ripercussioni anche nella modalità self service. La benzina torna a superare 1,7 euro, 1,691 il dato precedente, mentre il gasolio al self si posiziona sugli 1,872 euro al litro. I prezzi praticati del Gpl si posizionano tra 0,788 a 0,806 euro al litro. Il prezzo medio del metano, infine, si colloca tra 2,784 e 3,392. A ufficializzare questi preoccupanti rincari è il Quotidiano energia.

Prezzo benzina e diesel: perché la nuova salita?

A preoccupare è soprattutto l’imminente scadenza dello sconto fiscale, in programma il prossimo 31 ottobre. Dal 1° novembre i consumatori vedranno cessare la decurtazione di 30,4 centesimi al litro prevista dal Decreto Aiuti ter, approvato dal consiglio dei Ministri lo scorso settembre. In attesa di qualche novità dal nuovo governo, che potrebbe prolungare la misura del taglio delle accise, per il momento gasolio e benzina potrebbero assestarsi ben al di sopra dei 2 euro al litro.

L’aumento del diesel, in particolare, è da imputare alle conseguenze della guerra: se la benzina viene prodotta in larga scala dagli impianti di raffinazione europea, prettamente focalizzati sui derivati del petrolio, lo stesso non si può dire del gasolio. La produzione del diesel, infatti, è ancora in capo alla Russia, che produce gran parte del necessario per l’Europa.

I rapporti tesi con Mosca rendono le esportazioni sempre più complesse, e manca ancora il price cap. Tale misura dovrebbe servire per contrastare il caro bollette e contemporaneamente, di fatto, ad imporre una nuova sanzione economica alla Russia.

Price cap: è davvero la soluzione?

Si tratta di un tetto massimo con il quale i Paesi dell’Unione Europea potrebbero continuare ad acquistare gas dall’oleodotto russo. La strategia della Commissione Europea consiste nel fissare il massimale dei prezzi al di sotto degli attuali prezzi di mercato.

In questo modo la Russia continuerebbe a vendere il gas al di sopra dei costi di produzione, e sarebbe incoraggiata a proseguire i suoi affari con l’Europa. Il fornitore, tuttavia, potrebbe decidere di dirottare il gas verso altri mercati. Sulla questione si è espresso proprio oggi Vladimir Putin: il leader del Cremlino ha ribadito il suo scetticismo verso l’imposizione di un price cap.

Mosca non fornirà risorse energetiche ai Paesi che ne limitano i prezzi, sarebbe una minaccia al benessere di miliardi di persone. 

Un’altra speculazione in corso? La posizione di ASSOTIR

In appena cinque giorni il prezzo del gasolio è aumentato di circa 20 centesimi al litro. Un salasso insopportabile per l’Associazione Italiana delle imprese di Trasporto, che ha chiesto spiegazioni al governo. A farsi sentire la presidente nazionale dell’associazione Anna Vita Manigrasso, secondo la quale la corsa dei prezzi sembra dovuta a una dinamica speculativa.

Il gasolio che i distributori stanno vendendo in questi giorni è stato acquistato diverse settimane fa, a prezzi nettamente più bassi. Inutile sottolineare che, quando si tratta di abbassare i prezzi, gli interventi sono molto meno celeri.