Corsie bloccate, casello occupato e città spaccata in due. A Genova crescono i disagi per via della protesta dei lavoratori di Ansaldo Energia, che si sono riversati in strada fino paralizzare il capoluogo ligure. Dopo la fumata nera dell’incontro di ieri in prefettura, i dipendenti chiedono di riconoscere l’importanza strategica dell’azienda e di salvare lo stabilimento genovese dalla crisi di fine agosto.

In testa alla manifestazione uno striscione che recita ‘non vi faremo chiudere Ansaldo Energia’. Per i manifestanti, l’intenzione è quella di proseguire sino al tardo pomeriggio e di scendere in piazza anche nella giornata di giovedì 13 ottobre, nel momento in cui non dovessero arrivare segnali da Cassa depositi e Prestiti.

Traffico in tilt e genovesi bloccati

Sia il traffico automobilistico che i mezzi pubblici hanno risentito del disagio: migliaia di genovesi sono rimasti intrappolati negli ingorghi e in particolare l’ingresso all’autostrada al casello di Genova Ovest è risultato inaccessibile. Sul posto la polizia locale, che si è occupata di reindirizzare le auto per liberare l’ingorgo.

Conseguenze per la viabilità anche in tante strade del centro, del ponente e del levante, rimaste bloccate da auto e camion. Gravi disagi anche in autostrada: Aspi ha ritenuto opportuno chiudere per ore un tratto nei pressi di Genova Ovest. Sulla questione è intervenuta la CGIL, che in una nota ha spiegato come lavoratrici e lavoratori siano ancora ignari delle loro sorti:

Dopo oltre 2 mesi dalla comunicazione alla rsu della situazione economica dell’azienda, siamo ancora in attesa di conoscere il futuro di lavoratrici e lavoratori di Ansaldo Energia. Parliamo di un’azienda che dovrebbe essere strategica per il nostro Paese, ma in realtà manca oggi di prospettive certe e Genova non può continuare a vedere quello che resta del proprio tessuto industriale abbandonato a scelte sbagliate e a mancata progettualità. Questa deve essere la lotta di tutta la città come lo è stata quella per il cantiere navale di Sestri Ponente. Anche in quel caso avevamo ragione noi, ma servono decisioni immediate. L’intervento annunciato dal Prefetto da parte di Cassa depositi e prestiti era già previsto da una precedente ricapitalizzazione e serve a garantire il pagamento degli stipendi altrimenti a rischio, ma non va oltre.