Intel ha tagliato migliaia di posti di lavoro a causa delle poche vendite che i nuovi computer hanno generato. Una notizia poco piacevole, ma che, da inizio anno, sta interessando molte aziende soprattutto nel campo tecnologico. Inizialmente la crisi nel trovare i microchip, legata alla pandemia di Covid-19, ora tocca all’inflazione e al rincaro delle materie prime andare contro i giganti del tech e non solo.

Intel costretta a tagliare migliaia di posti di lavoro

La sofferenza del mercato dei PC, certificata dai dati di IDC diffusi qualche giorno fa, ha spinto Intel a tagliare migliaia di posti di lavoro. A riferirlo è stata Bloomberg, secondo cui la società starebbe pianificando migliaia di licenziamenti a causa della flessione del mercato dei PC.

A quanto pare, la decisione sarà annunciata già questo mese, in concomitanza con la conference call in cui Intel svelerà i risultati finanziari del terzo trimestre, in programma il 27 Ottobre. La notizia proviene da alcune fonti non identificate, le quali avrebbero osservato che alcune divisioni di Intel come i gruppi di vendita e marketing potrebbero registrare riduzioni del personale di circa il 20%. Una diminuzione importante, visti anche i numeri che, da sempre ruotano attorno alla stessa società.

Già nel secondo trimestre del 2022, i ricavi della divisione PC di Intel erano calati del 25% a 7,3 miliardi di Dollari, ma i nuovi dati di IDC che parlano di un calo del 25% della spedizioni di computer a livello mondiale dimostrano ancora una volta come la contrazione sia destinata a continuare. Da parte di Intel, ovviamente, non sono arrivati commenti a riguardo e probabilmente bisognerà attendere ancora qualche giorno per le conferme di rito.

Situazione che, inevitabilmente rischia di aprire scenari non felici per tutto il comparto e per i diretti interessati. La domanda che in molti si stanno facendo, quindi, è quando si fermerà questa situazione di discesa? E soprattutto la riduzione di forza lavoro arriverà ad interessare anche altre grandi aziende?