Due sole somministrazioni l’anno sono sufficienti per ridurre in modo efficace e duraturo il colesterolo Ldl. Un risultato reso possibile dalla nuova terapia approvata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), che si basa su un piccolo Rna interferente (siRNA) che agisce aumentando la capacità del fegato di assorbire il colesterolo “cattivo” presente nel sangue.

Colesterolo Ldl e malattie cardiovascolari

Il colesterolo Ldl, definito anche come “colesterolo cattivo”, è tra i principali responsabili delle malattie cardiovascolari come l’aterosclerosi. L’eccesso di lipoproteine ad altà intensità (Ldl) nell’organismo porta infatti il grasso ad accumularsi nelle arterie, rendendo più difficile il passaggio del sangue. Un problema che tocca molto l’Italia, dove circa 8 su 10 pazienti ad alto rischio cardiovascolare non sono in grado di ridurre il valore delle Ldl ai livelli raccomandati. “Sappiamo che le malattie cardiovascolari  restano la principale causa di morte nel mondo e provocano più decessi di tutti i tumori messi insieme”, dichiara Emanuela Folco della Fondazione Italiana per il Cuore. “Per fortuna, sappiamo anche che è possibile prevenire l’80% degli eventi cardiovascolari con un’adeguata azione di prevenzione”.

La nuova terapia approvata dall’Aifa

In effetti, i livelli di colesterolo nel sangue possono essere abbassati, innanzitutto attraverso la dieta e l’attività fisica. Ma ci sono casi in cui modificare il proprio stile di vita non basta e la terapia farmacologica diventa inevitabile. Dalle classiche statine, alle combinazioni di statine con un inibitore selettivo dell’assorbimento intestinale del colesterolo, fino agli anticorpi monoclonali, le possibilità per ridurre il colesterolo Ldl nel sangue sono molte. Ora l’Aifa ha approvato una nuova terapia biologica, Inclisiran, a base di small-interfering RNA (siRNA), che permette un nuovo approccio alla gestione dei pazienti con ipercolesterolemia.

“Questa molecola è capostipite di una nuova classe di farmaci altamente innovativi che mirano direttamente alla radice della malattia aterosclerotica piuttosto che ai suoi sintomi, grazie a un meccanismo d’azione che permette di ridurre i livelli di colesterolo Ldl non solo in maniera efficace, ma anche sostenuta nel tempo. Un passo in avanti importante per raggiungere in un numero sempre più ampio di pazienti il goal terapeutico raccomandato dalle nuove linee guida europee”, afferma Pasquale Perrone Filardi, presidente eletto della Società Italiana di Cardiologia (Sic).

Ma come funziona esattamente il nuovo farmaco? “Il suo meccanismo d’azione è molto innovativo poiché rientra nella classe degli agenti terapeutici RNAi (RNA interference), farmaci che silenziano gli Rna messaggeri (mRNA) – spiega Furio Colivicchi, presidente dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (Anmco). Si tratta di un piccolo Rna interferente (siRNA) a doppio filamento con un’elevata affinità per il fegato, all’interno del quale riduce i livelli di una proteina chiamata PCSK9, coinvolta nel metabolismo del colesterolo. Questo meccanismo aumenta la capacità del fegato di assorbire il colesterolo LDL e porta di conseguenza a una riduzione dei livelli di colesterolo Ldl presenti nel sangue”.

Oltre ai risultati, ad essere innovativa è anche la modalità di somministrazione: due volte l’anno e per mano di un operatore sanitario, previa prescrizione dello specialista. “Si tratta di un’innovazione terapeutica importante anche perché il paziente non può fare da solo l’iniezione che va da un operatore sanitario in occasione della visita di controllo: questo ci garantisce che il paziente sia aderente alla terapia”, dichiara ancora Colivicchi. Questo nuovo farmaco è molto pratico da utilizzare anche rispetto agli anticorpi monoclonali che devono essere ritirati ogni 2-3 mesi presso la farmacia ospedaliera e che vanno conservati garantendo la catena del freddo perché si tratta di farmaci termolabili. Con questo nuovo farmaco non ci sono problemi di questo tipo e questo facilita la vita del paziente”.