A margine dell’inizio della stagione turistica invernale, iniziano i primi bilanci del periodo estivo. Dopo i dati dello scorso anno, che avevano visto la riscoperta dell’Italia come meta per turisti stranieri e italiani, anche nel 2022 arrivano conferme. L’Italia nello specifico è leader nel turismo enogastronomico che torna sui livelli pre-covid e vale oltre 5 miliardi dei quali più della metà realizzati grazie al vino e alle visite in cantina. È quanto stima la Coldiretti in occasione della 59esima edizione del Travel Experience di Italian Exhibition Group di Rimini.
I dati sul turismo in Italia
Quasi sei italiani su dieci, nello specifico il 58%, hanno scelto di visitare frantoi, malghe, cantine, aziende, agriturismi o mercati degli agricoltori per acquistare prodotti locali a chilometri zero direttamente dai produttori, ottimizzare il rapporto prezzo/qualità e portarsi a casa un pezzo di storia della tradizione italiana a tavola. Secondo l’analisi Coldiretti, il cibo rappresenta per il 17% degli italiani la principale motivazione di scelta del luogo di villeggiatura, mentre per un altro 56% costituisce uno dei criteri su cui basare la propria preferenza. Solo un 4% dichiara di non prenderlo per niente in esame. L’alimentazione si conferma quindi come il vero valore aggiunto della vacanza in Italia. In molti casi, infatti, queste tipologie di vacanze sono accompagnate dalla possibilità di degustazioni guidate, che consentono di fare una scelta consapevole difficilmente possibile altrove, ma anche di verificare personalmente i processi produttivi in un ambiente naturale tipico della campagna. Acquistare prodotti a chilometro zero direttamente dai produttori, conclude la Coldiretti, è un segnale di attenzione al territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale.
L’impatto della guerra sul turismo enogastronomico
Il decreto n. 778 del 7 agosto 2014 come ritorsione alle sanzioni dell’Unione Europea per l’annessione illegale della Crimea da parte russa, Vladimir Putin ha applicato il divieto all’ingresso di prodotti enogastronomici italiani in Russia per tutto il 2023. Una misura che sottolinea la Coldiretti ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in Russia di diversi prodotti presenti nella lista nera, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche frutta e verdura. Al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia si aggiunge una diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy, realizzati in Russia come parmesan, mozzarella, robiola, o nei Paesi non colpiti dall’embargo.