Da molti è stata già definita come “sentenza choc” quella in merito al crollo di una palazzina nel centro storico dell’Aquila la notte del terremoto che travolse la città nel 2009. In breve, si attribuisce un concorso di colpe ai residenti del palazzo per essere rimasti all’interno delle abitazioni durante lo sciame sismico che si abbatté sul capoluogo abruzzese nella notte tra il 5 e il 6 aprile.

Una “condotta incauta” che costò la vita a 24 persone, un nucleo ridotto rispetto alle 309 vittime totali della tragedia, quantificata dal Tribunale Civile nel 30%. La restante responsabilità è così suddivisa: 15% al Ministero dell’Interno, 15% al Ministero dei Trasporti e 40% alla società edilizia Del Beato, costruttrice dell’immobile.

Terremoto L’Aquila, la sentenza è destinata a far discutere

A 13 anni di distanza dalla tragedia il terremoto dell’Aquila continua a lasciare strascichi giudiziari. L’ultima pronuncia del Tribunale Civile del capoluogo marsicano ha attribuito infatti il concorso di colpa alle vittime di una palazzina del centro storico per non aver abbandonato l’edificio durante il primo sciame sismico registrato nella serata del 5 aprile 2009.

Hanno dunque fatto male a fidarsi della resistenza che l’edificio, in cemento armato, aveva registrato precedentemente alla scossa di grado Richter 6.3 che spazzò via la città. Nonostante ciò il giudice Monica Croci ha convalidato il risarcimento dello Stato ai proprietari degli appartamenti coinvolti, in via Campo di Fossa.

Non è bastato ai familiari delle vittime presentare le perizie che illustravano le falle edilizie del complesso e le negligenze del Genio Civile sulla vigilanza delle norme giuridiche. Da qui la citazione in giudizio ai Ministeri sopra elencati nonché al Comune dell’Aquila. I Ministeri replicarono attribuendo ai proprietari l’accusa di responsabilità oggettiva in quanto proprietari della costruzione, oggi accolta dal Tribunale. L’inchiesta penale venne poi archiviata poiché quasi tutti gli imputati erano nel frattempo deceduti.

Uno degli avvocati civili, madre di una delle vittime, ha commentato con amarezza la sentenza:

È una sentenza che ci ha meravigliato: ma da dove è venuto fuori questo concorso di colpa? Come si può oggi dire che i ragazzi dovessero stare fuori quando tutti ricordano certe rassicurazioni fatte dalla Protezione Civile?