Papa Francesco, da sempre grandissimo appassionato di calcio e tifoso del club argentino San Lorenzo, ha scritto la prefazione di un libro sullo sport intitolato “Non è solo fatica, è amore“, pubblicato a quattro mani da Monsignor Dario Viganò e da Valerio Cassetta.

Papa Francesco esalta la figura dell’allenatore

Papa Francesco e sport, un binomio che spesso è ritornato durante le sue omelie e che ritorna in forma scritta nel nuovo romanzo “Non è solo fatica, è amore” di cui il Pontefice ha scritto la prefazione. Vediamo insieme alcuni dei passaggi più significativi.

Tra i concetti espressi con maggior vigore c’è quello della figura dell’allenatore: l’atleta vincitore sale da solo sul podio ed è a lui che viene assegnata la medaglia, tuttavia dietro quel metallo prezioso c’è sempre il sostegno di altre persone a cominciare dall’allenatore. La capacità di visione, l’istinto di scommettere sul tempo e sul destino, l’abilità di saper plasmare il talento.

Per Bergoglio il talento fisico è decisamente meno importante della durezza mentale di un’atleta: ambizione, resilienza, resistenza, sfide. E l’allenatore deve saper toccare le corde giuste per farlo rendere al massimo, deve saper parlare al cuore. Un percorso condiviso in cui le strade si separano nel momento della performance e si affiderà totalmente alla sua “creatura”. Se vincerà, allora la gloria sarà solo per il vincitore, se perderà sarà pronto ad assumersi le responsabilità.

Papa Francesco paragona il ruolo dell’allenatore alla figura dell’educatore, inteso come insegnante dei sani principi della vita: il rispetto del prossimo e delle regole, la lealtà, l’impegno, il sacrificio, l’inclusione, lo spirito di gruppo, l’altruismo e la voglia di elevarsi

Senza fatica e sacrificio non si arriva all’obiettivo

Tra gli ammonimenti che si scorgono nella prefazione, l’invito è a non farsi ingolosire dalle scorciatoie. Chiunque si metta in gioco per lo sport corre verso un obiettivo, attratto come da una calamita, ma bisogna superare se stessi stando al gioco delle regole. Come nella vita, barare e ingannare gli avversari provoca una sensazione di falso piacere e minimizza gli sforzi fatti per vivere quel momento, quell’occasione.

Allo stesso modo, così come nello sport anche nella vita esistono vittorie e sconfitte, mai perfettamente bilanciate. Ma da grandi disfatte possono nascere bellissimi trionfi, cavalcate virtuose, risalite inimmaginabili. Al contrario, chi è abituato a vincere, sedendosi sugli allori, rischia di scadere nell’arroganza e nella presunzione. La fatica fa parte del gioco, ma è il suo significato a renderla più leggera. Perché al di là dello scopo, conta il cammino, il percorso, il viaggio