Riforma pensioni news. In attesa di una riforma organica delle pensioni, si fa strada l’ipotesi della proroga dell’ape sociale, ovvero l’anticipo della pensione a carico dello Stato, che viene erogata dall’Inps a favore di specifiche categorie di persone, e permette loro di andare in pensione a 63 anni.

Riforma pensioni news

Vista la contrarietà del centro destra alla Riforma Fornero  è facile prevedere   nuovamente semplici  proroghe delle misure per la flessibilità  in uscita già in vigore ovvero:

  • Quota 102, con la possibilità di uscita a 64 anni con 38 di contributi
  • Opzione donna riservata alle lavoratrici , con calcolo della pensione interamente contributivo
  • Ape sociale riservato ad alcune categorie più svantaggiate

Requisiti Ape sociale

  • Disoccupati senza ammortizzatori con 30 anni di contributi
  • Lavoratori con 30 anni di contributi che assistono familiari di 1° e 2° grado con disabilità grave
  • Lavoratori con 30 anni di contributi che presentano un grado di invalidità superiore o pari al 74 per cento ù
  • Lavoratori con 36 anni di contributi che svolgono un lavoro ritenuto pesante (e lo hanno svolto in via continuativa per almeno sei anni negli ultimi sette, nonché per almeno sette anni negli ultimi dieci). Per i lavoratori dei settori edile e ceramica gli anni di contributi richiesti sono 32.
  • Per le lavoratrici madri il requisito contributivo di 30 o 36 anni viene ridotto di 1 anno per ogni figlio, per un massimo di 2 anni

Importo dell’Ape

L’Ape sociale non è una vera pensione, ma un sussidio che accompagna il lavoratore fino all’età per la pensione di vecchiaia, pari all’ammontare dell’assegno previdenziale calcolato al momento dell’uscita dal lavoro. L’importo non può superare i 1.500 euro lordi mensili. All’età della pensione di vecchiaia si trasforma in trattamento pensionistico completo.

Aumento spesa pensionistica

Il nuovo governo dovrà risolvere anche il problema dell’aumento della spesa previdenziale. Dal 2019 e fino al 2022, il rapporto tra spesa pensionistica e Pil aumenta, prima repentinamente, raggiungendo un picco pari al 16,9% nel 2020, e poi si riduce nei due anni seguenti, attestandosi al 2022 su un livello pari al 15,7%, mezzo punto percentuale di Pil al di sopra del dato del 2018. Stando a quanto riportato da “Il Corriere della Sera”, “in termini assoluti, la spesa per pensioni, che quest’anno è stata di 297,3 miliardi, salirà a 320,8 miliardi nel 2023, a 338,3 nel 2024 e a 349,8 nel 2025: oltre 50 miliardi in più in tre anni, per arrivare a un’incidenza della spesa pensionistica sul Pil stimata al 16,4% nel 2025”