“Lavorare meno, lavorare tutti” era uno slogan urlato nei cortei che invadevano le strade delle città italiane nel Sessantotto e poi negli anni Settanta. Era il periodo della contestazione. Erano le organizzazioni politiche di sinistra e i sindacati a lanciare con forza questo messaggio. Oggi ripete, più o meno, le stesse parole un imprenditore di grande successo, Brunello Cucinelli, intervenendo alla prima edizione di Pianeta Terra Festival a Lucca. Il re del cachemire ci ha abituato a riflessioni fuori dagli schemi e coerenti con la sua attenzione verso le condizioni dei lavoratori e dell’ambiente.
Ha detto che “se lavoriamo 12-13 ore per il 30 per cento di questo tempo non combiniamo niente. Invece, dobbiamo lavorare massimo 7 ore, mentre l’altro tempo lo dedichiamo a noi stessi e alla nostra anima. Dobbiamo miscelare il lavoro allo spirito, la tecnologia all’umanesimo. Non possiamo far lavorare le persone davanti a un muro perché se guardano fuori producono meno”.
Brunello Cucinelli e Banca Intesa pensano alla rivoluzione nel mondo del lavoro
Qualche giorno dopo l’intervento di Cucinelli anche una banca, Intesa Sanpaolo, ha presentato ai sindacati una proposta di rimodulazione dell’attività lavorativa. L’idea del gruppo guidato da Carlo Messina è semplice: chiudere la settimana al giovedì, aumentando a 9 le ore giornaliere di lavoro nei quattro giorni di attività.
Insomma, nel mondo delle aziende sembra esserci sempre più attenzione alla “parte” privata, intima, spirituale del lavoratore. Ci tuffiamo nella tecnologia, “abbiamo provato a governare l’essere umano solo con la scienza – dice Cucinelli – ma ci ci vogliono scienza e anima”. E allo spirito va dedicato il giusto spazio perchè “voi occidentali avete l’ora ma non il tempo” ci ammoniva il Mahatma Gandhi.
Stefano Bisi