Benedetta Piccioli pronta a raccontarci la sua visione della moda e della vita. In un percorso che inizia dalla nuova collezione #UnboxingValentino, lanciata da Pierpaolo Piccioli la scorsa settimana a Parigi e che termina con le tendenze e i consigli per essere sempre fashion. Scopriamo qui, su TAG24, lo spirito creativo (e anche privato) della figlia del direttore creativo di Valentino.
Benedetta Piccioli e l’essenziale nella moda
Benedetta Piccioli, modella, classe 1997. Ha firmato il suo contratto con l’agenzia Women Management Milano nel dicembre 2021 e ha avviato un brillante percorso che lascia spazio alla creatività, al lavoro in team e ad una spiccata inclinazione e passione per il Make-Up, oltre che per i capi d’abbigliamento.
Ripercorrendo il grande evento di promozione della nuova collezione Unboxing Valentino di suo padre, siamo stati curiosi di chiederle una sua personale interpretazione della linea dell'”essenziale”.
Cos’é l’essenziale del brand Valentino secondo Benedetta Piccioli?:
“Secondo me l’intento é quello di far capire che l’essenziale alla fine é essere se stessi. Quindi la diversità e l’unicità di ognuno di noi. Non vedrete mai nelle ultime collezioni delle modelle tutte uguali, né un’omologazione del corpo della donna. Non ci sono nette distinzioni di genere, posano e sfilano persone di tutte le età, si cerca molto di abbracciare ogni corpo. Secondo me Unboxing in particolare cerca di togliere. Cerca di far trasparire il corpo nella sua unicità e nella sua diversità. Sottrazione per far emergere la propria bellezza intesa non come bellezza canonica, ma come unicità.”
E Benedetta Piccioli parla della generazione legata alla sua età. Innegabile è la difficoltà nel rapportarsi con modelli irraggiungibili e canonici di bellezza per come é sempre stata intesa prima degli ultimi anni. Adesso il mondo della moda prende un’altra piega. Non necessariamente il significato é che tutti siamo belli. Tuttavia, “ognuno ha il diritto di essere valorizzato, di sentirsi meglio con il proprio corpo e la propria identità e, soprattutto, di sentirsi rappresentato”. Spiega Benedetta Piccioli.
Cos’è la moda secondo Benedetta Piccioli?
“Senza un racconto dietro della moda rimane soltanto un vestito. La moda secondo me é raccontare i temi, un racconto, una narrazione intesa come un pensiero. Raccontare la bellezza secondo i propri tempi. Ogni tempo ha la propria bellezza e anche per questo vediamo che la moda cambia a seconda dei tempi. Deve raccontare sempre la bellezza, che resta il focus fondante.”
Cosa pensi degli street-casting per la moda? Tu che sei in questo mondo e sei una modella cosa pensi di questo metodo? La ricerca di nuovi volti non per forza di professionisti del campo.
“E’ molto interessante come metodo. Si abbatte la convenzione secondo cui il modello per forza appartenere al campo moda. Viene completamente estrapolato dalla realtà e si arriva ad un livello che sembra irraggiungibile, ma non lo é. Anche io da bambina vedevo le modelle come qualcosa di lontano da me o chissà quanto diverse. Le modelle non sono più belle delle altre ragazze. Lavorando scopri che in realtà qualsiasi ragazza potenzialmente è una modella o potrebbe diventarlo. Lo street casting sono un modo giusto per assumere chi ben rappresenta un determinato progetto (brand, collezione.)
Il modello interpreta un ruolo che rappresenta una creazione. Benedetta Piccioli afferma con rigore quanto sia importante non considerarsi superiori o più belli per la posizione che si ha in un contesto come la moda e la vita di tutti i giorni. Resta genuina nella sua essenza e dichiara “é un lavoro come un altro. Estetica e lavoro. Come un attore che interpreta un personaggio e che, esercitandosi, fa sempre meglio.”
Adesso le modelle sono meno “Dive” rispetto agli anni ’80 e ’90. Il mondo della moda cambia, cambia anche la concezione di sacralità che si aveva un tempo al solo udire i nomi di Cindy Crawford, Claudia Schiffer o Mariacarla Boscono. Icone e dive che hanno fatto la storia della moda.
Benedetta Piccioli: tra umiltà, moda e vita privata
La scelta della famiglia Piccioli, da sempre, è quella di rimanere in un piccolo contesto sul litorale laziale: Nettuno. L’intento è senz’altro quello di vivere in un ambiente più sano, non per forza influenzato dai ritmi e le esigenze richieste da una grande città. Questo ha sicuramente aiutato Benedetta Piccioli a distinguersi come una personalità umile e di esempio per i più giovani. Si è diplomata al liceo classico nel 2016 e laureata in Lettere Moderne. Prosegue il suo percorso all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, iscritta a Comunicazione e Giornalismo.
Ha sempre distinto, insieme alla sua famiglia, la vita quotidiana da quella della moda. E’ una parentesi lavorativa e una routine che non toglie nulla alle vecchie abitudini.
Hai una collezione preferita?
” Si, dal punto di vista personale, quella legata al mio luglio del 2016: il primo caso in cui mio padre ha diretto da solo una collezione. Studiai Friedrich Nietzsche per la maturità. Dietro ogni sfilata c’era un’ispirazione. Ha ripreso un ramo del mio progetto di maturità (la concezione di oblio di Nietzche) e l’ha inserito nel suo lavoro. Amo tutte le collezioni ma di più amo le idee che ci sono dietro. Per me che ho studiato lettere contribuire in questo senso è davvero molto stimolante. La PINK è sicuramente la mia preferita dell’ultimo periodo.”
Cosa ami di più del tuo lavoro da modella e cosa meno?
“Di più il mondo del beauty, del make-up.” Benedetta ce lo descrive come un universo che le è sempre stato caro e che la rende entusiasta durante ogni servizio a contatto con il team che la include e le insegna le sfumature, i colori, l’identità espressa attraverso i prodotti che spesso la vediamo promuovere sul suo profilo Instagram. Il potere del trucco è quello di esprimere se stessi e di fare ciò che si vuole.
“Mi piace di meno l’aspetto legato alle dinamiche di apparenza: la patina troppo glamour. Tante volte questa patina, soprattutto nel mondo Influencer, nasconde un po’ tutto il lavoro e il significato che c’è dietro il progetto e la collezione. Non mostra tutto l’insieme, ma solo una parte. E’ un rischio che fa parte del lavoro.”
Meglio essere modella o influencer? Ormai i due lavori si compensano e si mischiano tra loro. Hai mai pensato di spingere di più sulla seconda strada?
“Si, ci ho pensato. Sicuramente più per la via dedicata al beauty. A volte posto sul mio profilo i video dei prodotti con cui mi trucco. Mi piacerebbe unire il mondo della comunicazione a quello del beauty: una convergenza dei due mondi.”
Dato il tuo il tuo spirito creativo e molto ispirato sicuramente dai tuoi studi letterari, se avessi l’opportunità di creare una tua linea, lo faresti? Hai delle idee?
“Per fare questo io credo ci sia la necessità di avere le competenze adatte: mio padre ha studiato Fashion fashion design. Con i giusti affiancamenti darei il mio contributo e coglierei l’occasione, si, ma solo in ambito di mia competenza. Non credo molto nei progetti nati dal nulla e senza una giusta formazione alla base. Se si è affiancati da un ufficio stile è un conto. Ma così dal nulla, non lo farei. Ci deve essere un supporto lì dove non arrivi, di persone più competenti nell’ambito richiesto dal brand.”
Fidanzato, vestiti e accessori
Benedetta Piccioli saluta TAG24 con piccole curiosità sulla sua vita privata e consigli di stile. Sappiamo che è fidanzata con Simone, 25 anni, da circa un anno e mezzo. Lavora nello sport come preparatore atletico (calcio). Condividono e gestiscono bene il loro tempo insieme nonostante i ritmi, gli ambiti differenti e i mille impegni segnati in agenda. Grazie al supporto reciproco, Simone e Benedetta vivono una relazione equilibrata ed affiatata.
Tra i must-have per questa stagione, nell’armadio di Benedetta Piccioli abbiamo blaizer e cardigan! Tra gli accessori irrinunciabili, anche quando il cielo diventa nuvoloso, ci sono gli occhiali da sole, perfetti per tutte le occasioni.
Per concludere, il consiglio finale per vivere la moda bene e tutto l’anno:
“Non seguire un trend imitando precisamente un influencer. Seguire i trend si, ma mettere sempre qualcosa di personale nell’abito, senza mai perdere la propria identità.”