Nel bel mezzo di quello che più volte, e da più fonti di illustra autorevolezza, è stata definita una tempesta perfetta che sta investendo l’economia, i rincari corrono veloci anche attraverso gli scaffali alimentari.

Ogni giorno, le famiglie Italiane devono fare i conti con continui, e ormai ininterrotti, aumenti dei prezzi dei beni alimentari dovuti ai rincari energetici che si ripercuotono lungo tutta la filiera alimentare.

Dalla produzione, al confezionamento, passando per il trasporto e lo stoccaggio il paniere, definito come l’insieme di beni e servizi necessari alla sussistenza di una famiglia media, è investito costantemente dall’impennata dei prezzi dovuta al continuo, e quasi inarrestabile, aumento del costo dell’energia.

Il latte, uno degli alimenti più popolari tra i carrelli della spesa degli Italiani, non è certo risparmiato dal rincaro e le previsioni economiche sulla stima del prezzo al litro non sono di certo ottimistiche. Tenendo conto dei continui aumenti nel settore energetico, che si ripercuotono su migliaia di imprese della filiera, il prezzo al litro che attualmente si aggira tra 1,7€ e 1,8€ potrebbe nell’arco di poche settimane raggiungere la soglia, quasi psicologica, dei 2€ al litro.

Prezzo del latte, l’allarme dell’intera filiera

L’inflazione, ormai galoppante nel tessuto economico nazionale, sta mettendo in ginocchio intere aziende del comparto agroalimentare e nello specifico il settore lattiero caseario. Le conseguenze possono essere devastanti per intere filiere industriali ma anche per le famiglie, costantemente impoverite dall’aumento dei prezzi dei beni alimentari.

Il continuo aumento del prezzo del gas ha determinato, in maniera inesorabile, un costante incremento dei prezzi di produzione e lavorazione di uno dei settori industriali che fa largamente uso di gas e elettricità nell’intera filiera.

A lanciare il grido d’allarme sono stati due tra i principali marchi del settore, Granarolo e Lactalis, da sempre concorrenti tra gli scaffali dei negozi ma questa volta uniti per chiedere al governo di intervenire per scongiurare conseguenze disastrose sia per le famiglie ma anche per interi comparti aziendali.

In una nota congiunta, i due colossi del settore lattiero caseario, hanno messo in evidenza come in assenza di opportune misure di contrasto all’impennata del prezzo al litro del latte, questo alimento, di fondamentale importanza per la dieta alimentare di giovani e adulti, possa subire forti penalizzazioni sul consumo.

Dall’energia alla siccità, una crisi su più fronti

Ad aggravare una situazione economica contrassegnata da instabilità dei mercati finanziari e volatilità dei prezzi dell’energia,  si sono aggiunte le conseguenze di un estate torrida con temperature proibitive, che hanno compromesso la raccolta di frumento e procurato un ulteriore rincaro dei mangimi zootecnici.

Anche per gli allevatori la situazione è molto critica, i costi di gestione degli allevamenti per la produzione del latte sono tempestati da continui aumenti e i profitti ricavati dalla vendita del latte iniziano ed essere quasi insufficienti a coprire i costi di gestione delle loro attività.

Imprese sotto pressione, un sistema che rischi di cedere

A rappresentare il panorama nazionale Italiano del settore lattiero caseario, il presidente di “Granarolo” Giampiero Calzolari, è intervenuto ai microfoni di “Radio24” nella trasmissione “Focus Economia” condotta da Sebastiano Barisone.

 “L’aumento del prezzo del latte è dovuto principalmente all’aumento del prezzo del gas perche noi abbiamo impianti di cogenerazione che ovviamente, usando il gas, per la produzione di energia produciamo anche il vapore che serve al ciclo industriale.

Il prezzo del latte alla stalla, secondo Assolatte, è aumentato generalmente del 50% rispetto allo scorso anno nello stesso periodo. “

L’analisi proposta dal presidente Giampiero Calzolari ha messo in luce come i rincari sono dovuti all’intera filiera:

“  La carta è aumentata del 15%, la plastica del 27%, i detergenti del 23% “.

Gianni Truini