Si chiude anche quest’anno la partita dei Nobel, con l’ultimo, agognato Premio: quello per le Scienze Economiche. Un riconoscimento che nel corso del tempo ha attirato non poche critiche, visto che a differenza degli altri non è stato istituito per volere di Alfred Nobel, ma è nato solo successivamente, nel 1968, per iniziativa della Sveriges Riksbank, la banca centrale svedese, che da allora lo finanzia. A riceverlo quest’anno sono stati tre economisti, Ben S. Bernanke, Douglas W. Diamond e Philip H. Dybvi, “per le loro ricerche sulle banche e le crisi finanziarie”.

Premio Nobel per l’Economia 2022: i vincitori

L’annuncio dell’assegnazione del Premio è arrivato qualche minuto fa da Stoccolma, dove tradizionalmente si tiene la conferenza stampa dell’Accademia di Svezia. Ad ottenerlo, quest’anno, i tre economisti statunitensi Bernanke, Diamond e Dybvi, che hanno consentito di migliorare in modo significativo le conoscenze sul ruolo delle banche nei cicli economici, in particolare durante le crisi finanziarie. Dai loro studi è emerso quanto sia importante evitare che le banche falliscano, fornendo, se necessario, strumenti per sostenerle temporaneamente, per evitare contraccolpi ancora più gravi sull’economia.

“Perché l’economia funzioni – si legge nella nota che spiega le motivazioni del Premio – i risparmi devono essere indirizzati agli investimenti. Tuttavia, c’è un conflitto: i risparmiatori vogliono avere accesso immediato ai loro soldi in caso di spese impreviste, mentre le imprese e i proprietari di case devono sapere che non saranno costretti a rimborsare i loro prestiti prematuramente. Nella loro teoria, Diamond e Dybvig mostrano come le banche offrano una soluzione ottimale a questo problema. Agendo come intermediari che accettano i depositi di molti risparmiatori, le banche possono consentire ai depositanti di accedere al loro denaro quando lo desiderano, offrendo al contempo prestiti a lungo termine ai mutuatari”.

Tuttavia, la loro analisi ha anche mostrato “come la combinazione di queste due attività renda le banche vulnerabili alle voci di un loro imminente collasso. Se un gran numero di risparmiatori corre simultaneamente in banca per ritirare il proprio denaro, il rumour può diventare una profezia che si autoavvera: si verifica una corsa agli sportelli e la banca crolla. Queste dinamiche pericolose possono essere evitate se il governo fornisce un’assicurazione sui depositi e agisce come prestatore di ultima istanza per le banche”. 

A tal proposito, Ben Bernanke “ha analizzato la Grande Depressione degli anni ’30, la peggiore crisi economica della storia moderna. Tra le altre cose, ha mostrato come le corse agli sportelli bancari siano state un fattore decisivo nel rendere la crisi così profonda e prolungata. Quando le banche sono crollate, si sono perse preziose informazioni sui mutuatari, che non potevano essere ricreate rapidamente. La capacità della società di incanalare i risparmi verso investimenti produttivi è stata quindi gravemente ridotta”.

“Le intuizioni dei vincitori hanno migliorato la nostra capacità di evitare gravi crisi e costosi salvataggi”, ha dichiarato Tore Ellingsen, presidente del Comitato. Un risultato ritenuto meritevole del prestigioso riconoscimento, che prevede una somma di quasi 900mila dollari, che sarà consegnata ai vincitori in una cerimonia in programma per il prossimo 10 dicembre. L’anno scorso metà del premio era andato a David Card per le sue ricerche su come il salario minimo, l’immigrazione e l’istruzione influenzino il mercato del lavoro; l’altra metà era stata condivisa da Joshua Angrist e Guido Imbens per aver proposto come studiare questioni che non si adattano facilmente ai tradizionali metodi scientifici.

Quella volta che i Simpson predissero il Nobel

Ad ottenere il Premio Nobel per l’Economia nel 2016 era stato invece Bengt Holmstrom. E i Simpson lo avevano predetto. Era successo in una puntata del 2010 della celebre serie animata statunitense, nel corso della quale il personaggio di Milhouse, il migliore amico di Bart, faceva alcuni nomi di papabili Nobel insieme a Lisa per provare la chiaroveggenza. Nella casella dell’economia compariva proprio quello di Holmstrom: una previsione poi avveratasi quando il Premio è stato assegnato ex aequo all’uomo e a Oliver Hart dell’Università di Harvard per i loro pionieristici lavori sulla teoria dei contratti e sulla proprietà privata.