Il governo dell’Indonesia lancia un programma che ricompenserà i pescatori per ripulire il mare e i fiumi dalla plastica ed altri rifiuti. L’obiettivo è ridurre l’inquinamento di origine plastica che ha raggiunto livelli drammatici e sensibilizzare la popolazione locale ad un corretto smaltimento dei rifiuti.
In Indonesia durante il mese di Ottobre i pescatori verranno pagati per raccogliere rifiuti, in special modo di plastica, nelle acque dei fiumi del paese.
Questa iniziativa rientra nell’ambito del “Love of the Sea Month”, evento che per tutto il mese di Ottobre porterà avanti azioni concrete per la salvaguardia e il risanamento dell’ecosistema marino.
La proposta è per ora in via sperimentale e durerà solo un mese ma nel progetto saranno coinvolti circa 1700 pescatori e si stima che la raccolta giornaliera possa arrivare fino a 4 kg di plastica nei canali vicino alle principali isole.
Vecchie lenze, taniche di plastica e rifiuti di ogni genere è ciò che i pescatori indonesiani dovranno portare a riva nei prossimi giorni.
Ad ogni pescatore verrà riconosciuta una ricompensa di 150.000 rupie a settimana, circa 10 dollari, che corrisponde più o meno al guadagno per la pesca di pesci.
L’obiettivo di questa attività è ridurre di quantità di rifiuti prevalentemente di origine plastica e soprattutto sensibilizzare la popolazione alla salvaguardia della natura.
L’iniziativa è stata lanciata dal Ministero degli Affari Marittimi e della Pesca dell’Indonesia con un programma di intervento per contrastare l’inquinamento da plastica nei mari e nei fiumi.
L’Indonesia, infatti, è uno dei Paesi con il più alto numero di inquinamento da plastica, ne produce circa 6,8 milioni di tonnellate ogni anno e solo il 10% viene trattato nei centri di riciclaggio. Si stima che circa 620.000 tonnellate finiscano nell’oceano trasportati dai fiumi. Ed ancor più in generale, ben 8 dei 10 fiumi del Pianeta più inquinati dalla plastica si trovano in Asia.
Il Governo indonesiano dunque ha promulgato questa iniziativa nel tentativo di invertire questo trend. È stato stanziato un miliardo di rupie, all’incirca 70.000 dollari americani, per ridurre del 70% i rifiuti di plastica all’interno del Paese entro il 2025. A ciò, è affiancato un programma di sensibilizzazione della popolazione costiera per una corretta gestione dei prodotti e per avviare centri per il riciclo della plastica.
Indonesia pescatori plastica: i livelli drammatici dell’inquinamento marino
Il fiume Citarum, che scorre nei pressi della capitale Giacarta, è considerato il fiume più inquinato al mondo. Al suo interno e sulla sua superficie navigano tonnellate di plastica, spesso dirette al Mar di Giava. Nonostante l’allarmante inquinamento, il fiume riveste un importante ruolo nella vita degli abitanti della regione ed è usato per l’agricoltura e l’industria.
Già nel Dicembre del 2008 erano stati stanziati 500 milioni di dollari per ripulire le acque di questo fiume anche se le operazioni sono iniziate solo nel 2011: per riqualificare gli oltre 180 chilometri che il corso d’acqua percorre attraversando tre diverse città della regione si stima che siano necessari ben 4 miliardi di dollari.
La proposta di utilizzare gli stessi pescatori locali nella raccolta dei rifiuti plastici è stata commentata dal Ministro degli Affari Marittimi e della Pesca, Sakti Wahyu Trenggono:
“La cosa più importante è la prevenzione. Se possiamo condurla correttamente, allora non dovrebbero esserci più rifiuti nel mare. Perché una volta che la spazzatura arriva in mare tutto diventa più complesso.”
È altresì implicito che questa campagna di salvaguardia delle acque territoriali, del corretto smaltimento dei rifiuti e della sensibilizzazione della popolazione al riciclo della plastica sia in qualche modo condizionata dal prossimo meeting del G20 di Novembre che si terrà proprio in Indonesia.
Anche in Italia sono in vigore delle disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne. Si tratta della legge Salvamare che prevede la gestione delle campagne educative e di pulizia del mare, dei laghi e dei fiumi, il recupero di rifiuti galleggianti, il loro smaltimento e il monitoraggio dell’ambiente marino.