Il 2023 dopo tre anni di pandemia e la guerra in Ucraina che imperversa doveva essere l’anno chiave per la ripartenza. Secondo quanto espresso dal centro studi di Confindustria, però la prospettiva per l’economia italiana durante il prossimo anno sarà a crescita zero. A pesare maggiormente è sicuramente lo shock energetico che abbatte le prospettive di crescita. Si calcola che nel 2022 l’incidenza dei costi energetici sui costi di produzione è salita dal 4,6 al 9,8%, con una bolletta energetica di 110 miliardi aggiuntivi rispetto al pre-pandemia.

Economia italiana, i settori più colpiti

Uno dei settori più colpiti è sicuramente il comparto manifatturiero dove i costi energetici che salgono di 43 miliardi. Altro nodo da risolvere per il nuovo esecutivo sarà l’inflazione, la quale ha raggiunto livelli massimi con un peggioramento dovuto, in primo luogo, agli aumenti record registrati dai prezzi dell’energia nel corso dell’estate. Il tasso d’inflazione salirà nella media dei prossimi tre mesi ad almeno il 9,1%, oltre mezzo punto in più rispetto al già elevato dato del periodo estivo con un +8,4% e tre punti in più nel confronto con il periodo primaverile.

Le prime dichiarazioni

Come avverte la direttrice generale di Confindustria, Francesca Mariotti: “Bisognerà fare i conti con una vera e propria emergenza nazionale. Non riguarda più solo l’industria, riguarda tutti. Non saranno sufficienti solo interventi tampone e neanche più tanto possibili. La durata di questo momento è indefinibile ma sappiamo che non durerà poco”.

La nota di Confesercenti

A parlare anche l’ufficio studi di Confesercenti che in una nota ufficiale evidenza come la priorità rimane il freno alle tariffe energetiche in modo da preservare il potere d’acquisto delle famiglie e mantenere le imprese italiane come moto principale del paese. Confesercenti poi conclude: “Le risorse ci sono: tra inflazione e l’incremento dei prezzi di gas, energia e carburanti, nei primi otto mesi dell’anno il gettito IVA è aumentato di oltre 18 miliardi. Risorse destinate ad aumentare ancora nell’ultima parte dell’anno, e che devono essere restituite all’economia sotto forma di sostegni a imprese e famiglie“.