“Purtroppo, nonostante le attenzioni, anche io mi sono preso il Covid”. Lo ha annunciato, in collegamento da casa, Roberto Burioni, ospite di Fazio ieri sera a Che tempo che fa. Il virologo, in prima linea per la lotta contro il virus dall’inizio della pandemia, ha parlato dei suoi sintomi e dell’importanza della quarta dose.
Roberto Burioni positivo al Covid torna sulla quarta dose
“Erano due anni e mezzo che il virus mi aspettava per colpirmi e finalmente per lui c’è riuscito”, ha esordito Burioni in collegamento da casa a Che tempo che fa. E ha poi spiegato le sue condizioni di salute:
Ho un po’ di febbre, tosse e mal di testa e una voce alla Barry White, ma tutto sommato si tratta di una malattia non particolarmente grave. E questo grazie al vaccino, la settimana scorsa ho fatto la quarta dose con il vaccino più aggiornato.
Quindi la quarta dose non serve? A rispondere è lo stesso virologo, incalzato da Fazio.
Lo scenario è completamente cambiato rispetto a quello dell’anno scorso con l’arrivo della variante Omicron. Ormai il vaccino non ha più una grande efficacia nel proteggere dall’infezione, mentre lo aveva fino alla Delta e quindi aveva un senso renderlo obbligatorio per i sanitari, così come aveva un senso il Green pass. Io sono l’esempio di come il vaccino non protegga contro l’infezione. Il vaccino è molto efficace nell’evitare le conseguenze gravi,
ha spiegato. Si tratta di un virus contagiosissimo, con il quale dobbiamo imparare a convivere:
Non possiamo in questo momento pensare a nuovi lockdown, alla chiusura delle scuole, dobbiamo accettare che questo virus circoli. L’approccio alla cinese (la cosiddetta strategia zero Covid, ndr) non funziona ed è molto dannosa per l’economia e tante altre cose.
Poi, un consiglio sulle mascherine:
La legge oggi dice che non sono obbligatorie, ma dice anche che posso tenere aperta la mia decappottabile quando piove. Però io non lo faccio. Dobbiamo agire con il buonsenso, usare la mascherina quando siamo in zone affollate, al chiuso come in un teatro, in un cinema, in un treno. Vorrei invitare chi sta male a non andare a lavorare, state a casa. È una regola generale, che valeva anche nel 2018 quando c’era solo l’influenza.
E ha proseguito su Twitter: “Il vaccino è come il casco in moto”
Più tardi, in una serie di tweet, Roberto Burioni è tornato sulla questione, provando a spegnere sul nascere le polemiche degli haters. “A chi dice che il vaccino non funziona vorrei far notare che mi sono collegato da casa e non da una stanza di ospedale, dove probabilmente sarei finito senza vaccino. Mentre fino alla variante Delta ci vaccinavamo anche per proteggere gli altri, da Omicron in poi il vaccino protegge soprattutto chi se lo fa. Insomma, è come mettersi il casco, ed è meglio metterselo per il proprio bene”, ha scritto. “Ringrazio i tanti che mi hanno augurato una veloce guarigione, e devo dare due dispiaceri a chi gode per questo mio malanno 1) sto bene, costituendo la dimostrazione vivente che i vaccini funzionano, anche se loro non riescono a capirlo e 2) per questo non c’è vaccino”.