Sale a sette il numero delle vittime della strage dell’A4, dove venerdì un furgone – proveniente da Riccione e diretto a Carnia – si è schiantato contro un autoarticolato: oggi è stata dichiarata morta Romina Bannini, la 36enne educatrice che era a bordo del van. Dai rilievi nel punto dell’incidente non sono state rilevate tracce di frenata, avanza così l’ipotesi che il conducente abbiamo avuto un malore.
Chi è la settima vittima della strage dell’A4
È stata accertata oggi la morte di Romina Bannini, l’educatrice travolta dall’incidente di venerdì che ha portato alla strage sull’autostrada A4: si tratta della settima vittima. Estratta ancora viva dalle lamiere del pulmino, era stata trasportata d’urgenza all’ospedale di Treviso, dove i medici hanno constatato che le sue condizioni erano gravissime. Romina Bannini, 36 anni, era coordinatrice, fondatrice ed educatrice presso la cooperativa Cuore 21 – braccio di Centro 21, associazione di Riccione – che si prende cura di persone con sindrome di Down. L’educatrice era in viaggio verso Lauco (Udine) insieme alla comitiva romagnola, visto che dovevano partecipare all’iniziativa Ventuno cuori in osteria, evento organizzato in collaborazione con il centro per l’educazione Zaffiria di Rimini.
Con Romina sale a sette il numero delle vittime dell’incidente di venerdì in A4. Sono tutti morti i passeggeri del furgone che si è schiantato sull’autoarticolato, si tratta di Massimo Pironi – ex sindaco di Riccione – che era alla guida del mezzo, quattro ragazze e un ragazzo del Centro 21-Cuore 21, Francesca Conti, Rossella De Luca, Maria Aluigi, Valentina Ubaldi e Alfredo Barbieri.
Nessun segno di frenata, ipotesi malore del conducente
I rilievi fatti sul luogo dell’incidente – il tratto San Donà-Portogruaro dell’autostrada A4 – non hanno trovato tracce di frenata: secondo i media locali, si ipotizza che l’ex sindaco di Riccione e conducente del furgone Pironi sia stato colpito da un malore, che ha portato la sua vettura a schiantarsi contro il tir che procedeva a velocità ridotta che si trovava incolonnato sulla carreggiata nei pressi di un restringimento della carreggiata – chiamato dalle persone del luogo “imbuto” – causato dai cantieri della terza corsia, causati da un sinistro avvenuto circa 5 chilometri più avanti.
La Procura di Venezia ha dato il nulla osta per consegnare i corpi alle famiglie e poter così svolgere i funerali.