Evan Peters, Dahmer e il grande successo su Netflix. Il celebre attore di American Horror Story, classe 1987, è il protagonista dell’ultimo show true crime su Netflix e non ha mai interpretato un ruolo così difficile.
Evan Peters in Dahmer: il mostro da record su Netflix
Parliamo di DAHMER – Monster: The Jeffrey Dahmer Story, un vero e proprio caso sul gigante di streaming, che ha toccato il record di 299,84 milioni di ore di visualizzazioni durante la sua seconda settimana di disponibilità. Questo la rende la seconda serie più vista su Netflix, dopo il successo della quarta stagione di Stranger Things, che è riuscita a toccare le 335 milioni di visualizzazioni: la serie tv dedicata al terribile serial killer è riuscita a superare le visualizzazioni di Bridgerton e, in soli nove giorni, aveva scalato la classifica della popolarità su Netflix, ottenendo il nono posto e, poi, arrivando solo un gradino sotto alla serie dei Duffer Brothers.
Non sono mancate nei confronti di DAHMER – Monster: The Jeffrey Dahmer Story le polemiche, legate alla mancanza di sensibilità dei confronti delle vittime, che hanno subito le sevizie del serial killer, e delle loro famiglie, né non sono mancate delle controversie con l’audience LGBT, che non ha apprezzato la classificazione della serie con un tag legato ad una rappresentazione LGBT, subito rimosso dal gigante di streaming.
La serie tv, prodotta e creata da Ryan Murphy e Ian Brennan, ha nel cast, oltre a Evan Peters, Niecy Nash, Penelope Ann Miller, Shaun J. Brown, Colin Ford e Richard Jenkins.
Ma tra le polemiche e le riflessioni, un elemento sembra innegabile: la bravura di Evan Peters in un ruolo tanto complesso come quello di Jeffrey Dahmer. Da poco è stata rilasciata un’intervista con Netflix, in cui l’attore parla del modo in cui si è immerso nel ruolo, tra studi della psiche del personaggio, degli interrogatori, del suo mondo oscuro e spaventoso. Non sorprende che abbia definito questo lavoro “uno dei più difficili” nella sua vita.
Evan Peters Dahmer: ecco le dichiarazioni
La prima necessità della serie era riuscire rispettosi nei confronti delle vittime, in ogni modo in cui fosse possibile: è quello che Evan Peters dice ai microfoni, prima di parlare della sua esperienza di attore:
“È così tremendo che tutto sia successo davvero che è stato particolarmente importante essere rispettosi nei confronti delle vittime, delle famiglie delle vittime, per cercare di raccontare la storia nel modo più autentico possibile. […] Ma per farlo, dovevo andare in posti davvero bui e rimanerci per un lungo periodo di tempo. “
La storia di Dahmer viene raccontata dall’esterno, mai dal suo punto di vista, in modo tale che non vi sia modo di empatizzare con lui: al centro di DAHMER – Monster: The Jeffrey Dahmer Story, infatti, ci sono gli effetti di queste atrocità e una società che, a causa dell’omofobia e del razzismo, non si è subito adoperata, per far cessare tutte le efferatezze di Dahmer.
“Cercare di legarmi a questo personaggio sarebbe stata assolutamente una delle cose più difficili che avrei mai dovuto fare in vita mia, perché volevo che fosse molto autentico”
Cosa ha detto Ryan Murphy:
Continua Peters, parlando della sua interpretazione di Dahmer:
“Ryan mi ha inviato le sceneggiature e poi ha chiamato e ha detto: ‘Sai, Dahmer è interessante in quanto è quasi dispiaciuto e ha senso di colpa e una sorta di confusione su ciò che è successo”.
Lui, ancora una volta, non ha davvero l’affascinante sorriso malizioso: è docile, un po’ distaccato e quasi dissociato da ciò che ha fatto. Sono andato immediatamente su YouTube e ho guardato l’intervista a Stone Phillips, quindi ho continuato a leggere le biografie e ho potuto leggere il rapporto della polizia e la sua confessione.”
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