Come ogni anno Bergamo ha ospitato l’evento Cultura Italie dove è intervenuto anche l’amministratore delegato dell’Eni Alessandro Descalzi che ha parlato della crisi energetica, delle possibili soluzioni e delle divergenze sul gas che si riscontrano in Europa. L’Italia necessita di nuovi rigassificatori visto che, quelli già presenti, non bastano a soddisfare le richieste e il mercato.
Descalzi: “Con Eni abbiamo portato il gas in Italia, ma senza materia prima e infrastrutture è difficile andare avanti”
I problemi che l’Europa e l’Italia stanno riscontrando con il gas è che ci sono diversi interessi in ballo, come spiega l’amministratore delegato Eni Alessandro Descalzi:
“Purtroppo l’Europa sul gas non riesce a muoversi unita: ci sono interessi divergenti, per questo sul price cap nel gas continuano a non decidere. In Europa non si parla di energia da 30 anni, quando poi diventano tutti esperti in 5 minuti è difficile trovare una soluzione. L’Europa non è uno Stato, ci sono diverse culture, diversi mix di energia, anche diverse ricchezze, quando si parla di solidarietà è una fotografia. Nel sistema energetico bisogna essere sovrabbondanti, se rimani a regime, a break even, e succede qualcosa vai in affanno. Senza le infrastrutture, ossia rigassificatori e stoccaggi più ampi, l’inverno più difficile sarà quello del 2023-24, non quello del 2022-23”
Senza materia prima e, soprattutto, infrastrutture è difficile portare il gas in Italia. Per questo motivo Descalzi chiede un intervento immediato per costruire nuovi rigassificatori, visto che quelli esistenti non bastano:
“In questi anni abbiamo dato per scontato che l’energia fosse sempre disponibile, ma i nostri rigassificatori sono un terzo di quello che dovrebbero essere, e non abbiamo stoccaggi, l’Italia è un grande mercato di trasformazione che non ha energia. Con Eni abbiamo portato gas, ma il sistema è fatto dalla materia prima e dalle infrastrutture, senza di queste non riesci a farcela. Noi porteremo 7 miliardi di gas liquido dal 2023 via nave, ma se non ci sono rigassificatori vanno da un’altra parte. Il sistema deve essere sovrabbondante sulla materia prima che sulle infrastrutture, così i prezzi calano immediatamente”
La speculazione sui prezzi del gas
In questi giorni il prezzo del gas è sceso, segno che i mercati si stanno abituando agli stoccaggi e ai consumi sempre più ridotti. Le speculazioni che condizionavano l’aumento di prezzi sembrano ormai alle spalle, come spiega Descalzi:
“Perché ora il prezzo del gas scende? Il sistema energetico si sta adattando, tra aumento degli stoccaggi, riduzione dei consumi e più efficienze. Il gas russo rappresentava la grande maggioranza dell’approvvigionamento, ora è al 9%. Il sistema lo ha sostituito prendendolo altrove, attraverso i rigassificatori: l’Algeria ha aumentato di 3 volte la fornitura, la Norvegia e gli Usa hanno aumentato anche loro, non c’è mai stato un momento in cui la domanda fosse maggiore dell’offerta. In Italia la domanda è di 150 milioni di metri cubi al giorno e l’offerta di 200 milioni, ma anche in Europa, se la domanda è di 650 milioni di metri cubi l’offerta è di 1 miliardo. I prezzi salivano per via della speculazione perché tutto ciò non si sapeva. La diminuzione dei prezzi, inoltre, è stagionale: da settembre fino a inizio novembre si spengono i climatizzatori e non c’è ancora il riscaldamento. Non ultimo sta cambiando anche il mix energetico, si è ricominciato a usare prodotti petroliferi, il carbone”