Nuovo allarme di Confindustria contro il caro energia nel report “Economia italiana ancora resiliente tra incertezza e shock?”: secondo le analisi del Centro Studi si fa verso la stagnazione nel 2023.

La crescita del Pil nel 2022 si attesta al 3,4% ma è già totalmente acquisita, piuttosto al ribasso le previsioni per il 2023 rispetto all’ultima analisi di aprile: -1,6% e sostanziale parità.

Caro energia, per Confindustria tutto ruota intorno al price cap

Confindustria ha pubblicato la sua ultima previsione sulla crescita economica dell’Italia nel 2023, che sarà fortemente condizionata dal caro energia che stiamo attraversando già adesso.

L’inflazione a livelli record da quarant’anni a questa parte spinge a un controrimbalzo rispetto a quello avvenuto tra il 2021 e il 2022 dopo un 2020 “spento” dalla pandemia di coronavirus. Nelle stime del Centro Studi, i calcoli sul 2023 sono stati effettuati tenendo conto di un livello medio di prezzo del gas che ora non c’è.

Non è la prima volta che Confindustria aggiusta le sue previsioni: solo un mese fa aveva costruito un duplice scenario basato proprio su differenti target di price cap. Proprio il tetto al prezzo del gas sarebbe la discriminante in grado di spostare notevolmente le previsioni entro fine 2023: sulla base del prezzo più alto raggiunto (330 euro/MWh) il delta tra la previsione migliore (100 euro/MWh) e quella peggiore del Pil è pari al 3,1%.

Secondo il ragionamento del Centro Studi, gli stipendi sostanzialmente immobili hanno causato una contrazione della domanda sopperita sull’ingente sistema di risparmio che ha mosso i consumi. Il report dettagliato mostra poi altri scenari attuali: il crollo degli investimenti nelle imprese (mitigati dai fondi del Pnrr), il calo della domanda di export e un progressivo calo dell’occupazione in rapporto al Pil.

Il commento della dg di Confindustria, Francesca Mariotti

A chiarire la gravità della situazione in cui riversa l’Italia, ci ha pensato la dg di Confindustria, Francesca Mariotti che parlando dello scenario contro cui si dovrà misurare il governo ha affermato:

Siamo alle porte dell’insediamento di un nuovo governo che dovrà fare i conti con una vera emergenza nazionale. Non riguarda più solo imprese e industria, riguarda tutti. Interventi tampone non saranno sufficienti e neanche più tanto possibili: abbiamo una incertezza di tempi: quanto durerà? Certamente non poco. Una emorragia di risorse pubbliche non possiamo permettercela.

Quanto al Pnrr, invece, come possibile sostegno, il Centro Studi Confindustria ha aperto il dibattito sulle perplessità:

I rincari, soprattutto dell’energia, possono non rendere conveniente alle imprese partecipare alle gare di appalto, lasciando di fatto alcuni progetti irrealizzabili: sarebbe quindi auspicabile riadeguare i prezzi delle gare con finanziamenti reperiti o a livello nazionale (a partire dalla prossima Legge di Bilancio), o a livello europeo (per esempio nell’ambito del RePowerEU4 )

Coldiretti: “Italiani più parsimoniosi sul gas”

Spostandoci dal lato dei consumatori, Coldiretti ha pubblicato i risultati di un sondaggio legato al caro energia. Ebbene, il caro gas ha cambiato le abitudini alimentari del Paese per il 73% degli italiani: si cucina di meno ai fornelli oppure si sceglie un menù differente che non prevede la cottura.