Scoperte le intercettazioni dei netturbini a Roma che prima rubavano la benzina e poi guastavano i mezzi. Il sistema di alcuni dipendenti dell’azienda municipale era semplice ma ben orchestrato. Arrestati 7 dipendenti, 26 gli indagati. Il carburante veniva poi rivenduto a 1 euro al litro.
Scoperte alcune intercettazioni dei netturbini di Roma che rubavano la benzina e poi guastavano i mezzi dell’azienda municipale.
“Come quando pagavo tanto de mutuo ed ero obbligato a annà a fa il doppio lavoro “, così rubare il carburante dai camion per la raccolta dei rifiuti comportava una certa fatica. “Non te butti malato e non te piji e ferie, tutti i giorni sto a venì” , dicono i furbetti della benzina lamentandosi perché costretti a lavorare come fanno tutti i dipendenti onesti dell’Ama.
La vera ingiustizia, dicono gli investigatori, sarebbe stata commessa facendo entrare i camion nella sede del circolo di Tiro al volo con i serbatoi pieni di benzina, per poi uscire dopo neanche un’ora con pochi litri di carburante, giusto quanto bastava per arrivare in deposito dopo aver danneggiato i fusibili o i freni, in modo tale che nessuno avrebbe potuto utilizzare i mezzi accorgendosi del furto della benzina.
Era un sistema semplice e ben ideato, quello orchestrato da alcuni dipendenti Ama. Un meccanismo che tuttavia ieri ha portato all’arresto di 7 persone e al sequestro di oltre 200 mila euro. Molti dei 26 indagati facevano parte di un’organizzazione che aveva un solo scopo, il “peculato”, come dicono gli atti.
Intercettazioni netturbini Roma: la vicenda
La vicenda inizia grazie a “Le Iene”, che nel Novembre 2020 avevano mandato in onda un servizio in cui una donna raccontava “due modalità di sottrazione di carburante ai danni dell’Ama da parte dei dipendenti tramite l’antico sistema del cosiddetto “succhio” e attraverso l’utilizzo della carte carburante loro assegnate.
Le indagini della finanza hanno poi fatto il resto, i dipendenti infedeli, molti già licenziati o sottoposti a procedimenti disciplinari, “si appropriavano continuamente e sistematicamente di ingenti quantità di carburante sottraendolo dal serbatoio dei mezzi per poi rivenderlo a terzi”.
Una vecchia operazione del Nucleo ambiente e decoro della polizia locale di Roma racconta che dalle parti dello stabilimento di Rocca Cencia i furti avvenivano già nel 2018. Perché oltre all’associazione criminale c’erano anche dei cani sciolti che agivano autonomamente.
Gli altri invece andavano nella sede “dell’Associazione Sportivo Dilettantistica Tiro al volo in via di Lunghezza messa a disposizione da Daniele Conti e poi presso il deposito di via Poggio Sannita messo a disposizione da Sandro Savini, nonché presso il deposito di via della Tenuta del Cavaliere messo a disposizione da Simone Cianconi.
“Facendo affidamento sull’assenza di controllo da parte di Ama e sulla circostanza che molti fossero i soggetti coinvolti nell’attività criminale”, svuotavano i serbatoi, poi guastavano i mezzi: “je famo er fusibile e rientri”, “stamo a taglià e fili dei freni”, rivelano le intercettazioni in cui un indagato dice di “aver provveduto a mettere 90 litri e a effettuare il risucchio dopo aver precorso solo 20 chilometri quindi di aver procurato un guasto del mezzo”.
La vendita della benzina
Il passo finale era la vendita. “Le faccio prende a 1 euro (al litro), si organizzano gli indagati. Bastava ” fa le cose ca testa perché a me non me piace perde il posto”. E poi si potevano utilizzare le carte carburante per riempire taniche con la benzina destinata ai camion dei rifiuti. Un affare d’oro, se si pensa che l’indagato Stefano Cirulli avrebbe speso oltre 104 mila euro e il coindagato Massimo Farotti avrebbe fatto rifornimenti per circa 97 mila euro. Il tutto con l’aiuto di Domenico Di Nardi “socio lavoratore della Flaminia Carburanti snc, gerenti il distributore di carburante Ip di via Flaminia Nuova”.