Formula 1 sponsorizza la corsa di cani da slitta Iditarod che si svolge annualmente in Alaska su un tracciato in condizioni estreme: OIPA International scende a sostegno di PETA per sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto questa competizione sia pericolosa e letale per i cani utilizzati.

La Formula 1 sarà sponsor della corsa Iditarod che viene organizzata ogni anno in Alaska e che vede competere tra loro mute di cani guidati dal loro conduttore.

Questa competizione è stata segnalata dalle associazioni internazionale a difesa degli animali in quanto molto pericolosa, faticosa, dolorosa e addirittura mortale per molti esemplari utilizzati nella corsa estrema.

Iditarod è una corsa di cani da slitta a lunga distanza che si svolge annualmente all’inizio di Marzo. Il percorso si sviluppa da Anchorage a Nome, interamente all’interno dello stato americano dell’Alaska: la distanza viene coperta in circa 10 giorni. Ogni conduttore di slitta, musher, comanda la squadra composta da almeno 12 cani.  La gara è un evento sportivo importante e popolare in Alaska: i migliori musher e le loro mute di cani sono celebrità locali.

Le squadre spesso corrono attraverso bufere di neve a temperature profondamente sotto lo zero con forti venti gelidi.

Iditarod è considerata una cerimonia per celebrare le antiche tradizioni, infatti, oggi i cani da slitta non sono più utilizzati per trainare merci, dato lo sviluppo di tecnologie più veloci ed efficienti. In particolar modo viene commemorato l’eroica spedizione del 1925 in cui il cane Balto trainò la slitta che trasportava l’antitossina necessaria ad impedire il propagarsi di difterite che colpì proprio la città di Nome. La vicenda è stata poi trasposta nel celebre film di animazione del 1995 “Balto” della casa di produzione Amblimation.

Tuttavia oggi insorgono dubbi sul significato della gara e se essa possa essere ancora ricondotta alle commemorazioni del passato.

Sono di questo avviso l’OIPA International (Organizzazione internazionale protezione animali) e la PETA, associazioni internazionali per la tutela della salute degli animali.

Proprio l’OIPA International ha inviato un’istanza al presidente della Formula 1, l’italiano Stefano Domenicali, per ritirare il suo sostegno e finanziamento alla competizione.

Ed infatti la responsabile Relazioni internazionali dell’OIPA InternationalValentina Bagnato, delle ha così tuonato:

“Sponsorizzare l’Iditarod Race significa promuovere la crudeltà e l’abuso sugli animali. Per questo negli ultimi anni numerose aziende, alla luce delle evidenze e per preservare la propria reputazione, hanno annullato le sponsorizzazioni, tagliando i ponti con questa feroce competizione. Tra queste, ExxonMobil, uno dei più grandi sostenitori, seguita da Alaska Airlines, Chrysler, Coca-Cola, Jack Daniel’s, Wells Fargo, Millennium Hotels and Resorts e decine di altre aziende”.

Nella stessa istanza, il presidente dell’OIPA InternationalMassimo Pradella, ha sottolineato come già ad Aprile la PETA avesse chiesto un ripensamento sulla sponsorizzazione alla Formula 1 senza tuttavia ottenere risultato.

Formula 1 Iditarod: la battaglia degli animalisti

La PETA da anni cerca di sensibilizzare la comunità internazionale su questa competizione, segnalando che nella prima gara di Iditarod sono morti almeno 15 cani. Da allora, il numero di vittime è continuato ad aumentare e altri cani riescono a malapena ad uscirne vivi. Si consideri la gara del 2022: quando si è conclusa, il 19 marzo, quasi 250 cani sono stati ritirati dal percorso per esaurimento, malattia, lesioni e altre cause, costringendo gli altri a lavorare ancora più duramente. Le preoccupazioni generali sorgono ogni volta che un’intensa competizione fa sì che i cani vengano spinti oltre la loro resistenza o capacità.

La stessa organizzazione a difesa degli animali sostiene maltrattamenti prima della gara e addirittura l’abbattimento di un esemplare durante un allenamento.

OIPA cerca di sostenere la battaglia di PETA: Valentina Bagnato ha così sottolineato nel suo intervento le gravi responsabilità degli organizzatori e le disumane condizioni in cui vengono utilizzati i cani.

Da indagini comprovate è emerso che l’Iditarod è la responsabile di gravi episodi di abuso e maltrattamento degli animali. Alcuni di loro sono stati persino abbattuti o picchiati a morte perché non abbastanza performanti. I cani impiegati nella competizione soffrono spesso di gravi danni polmonari, stiramenti muscolari, fratture da stress, sviluppano polmoniti e artriti e si ammalano di virus intestinali e ulcere gastriche. Tre studi indipendenti hanno dimostrato che l’81% dei cani che sopravvive all’Iditarod riporterà comunque danni polmonari, il 61% mostrerà una maggiore frequenza allo sviluppo di ulcere e gastriti erosive e molti altri avranno disfunzioni delle vie aeree simili all’asma da sci nell’essere umano, che persistono per mesi.

Per non parlare della causa principale di morte di questi cani: la polmonite da aspirazione, ovvero i cani muoiono soffocati dal proprio vomito per lo sforzo e chi di loro sopravvivrà porterà comunque con sé danni fisici permanenti o duraturi.

La protesta, per il momento inascoltata, contro l’adesione della Formula 1 a questa crudele competizione si è manifestata anche l’ultimo Gran Premio di Monza.

La richiesta inviata dal presidente di OIPA International Massimo Pradella enfatizza anche la cattiva immagine che cadrebbe sulla Formula 1 se appoggiasse tale crudele competizione, considerando che sempre più persone oggi sono molto sensibili e attente alle tematiche animaliste.