Il nuovo governo dovrà affrontare numerose sfide e, tra di esse, i sindacati rilanciano quella urgente sul tema pensioni.

Governo e il problema pensioni, Volponi (Cisl): “Sono uno dei punti centrali delle aspettative dei sindacati per il nuovo esecutivo”

La formazione del nuovo governo presumibilmente a guida Giorgia Meloni è ancora in corso e, quotidianamente, si arricchisce di nomi e possibili candidature per i ministeri che andranno a comporlo. La premier in pectore ha garantito che si tratterà di un esecutivo di alto profilo e dovrà esserlo alla luce delle sfide che si troverà ad affrontare, dalle tensioni internazionali scatenate dalla guerra in Ucraina, al caro energia e alle sue ricadute su cittadini e imprese. A questi temi pressanti se ne aggiunge, adesso, un altro, portato avanti dai sindacati: le pensioni. Le proposte avanzate sono molte e i sindacati chiedono risposte celeri dall’esecutivo per venire incontro alle esigenze di numerose famiglie.
Patrizia Volponi, Segretario Nazionale CISL Pensionati, è intervenuta nel corso della trasmissione “Italia Città Aperta”, condotta da Roberta Feliziani su Cusano Italia Tv, sottolineando come il sindacato abbia le idee chiare e sia pronto a dar battaglia sul tema.

Siamo sul piede di guerra. Il segretario della CISL Luigi Sbarra ha già detto che le pensioni sono uno dei punti centrali delle aspettative dei sindacati per il nuovo governo. Chiediamo che si possa andare in pensione con 41 anni di contribuzione, ad almeno 62 anni di età anagrafica – con un minimo di 20 anni di contribuzione. Chiediamo poi che ai lavoratori che svolgono lavori usuranti sia consentito di andare in pensione prima, con 30 o 36 anni di contribuzione. Infine, proponiamo l’opzione donna, che consenta di andare in pensione a partire, almeno, dai 59 anni di età, o con 35 anni di contribuzione. Chiediamo poi che le pensioni in essere vengano rivalutate in modo equo, vista la svalutazione che hanno subito negli ultimi anni”

I giovani e il precariato

Capitolo giovani.
Le nuove generazioni vengono descritte, ormai quasi fosse un luogo comune, come quelle che non percepiranno mai una pensione. I sindacati sembrano voler modificare questa visione e, come ribadisce la segretaria Volponi, avanzano delle proposte che hanno lo scopo non solo di far ottenere loro una pensione, ma anche di garantire che tale pensione sia dignitosa.

“Noi abbiamo presentato un progetto per delle pensioni di garanzia per i giovani che oggi svolgono lavori precari, in modo che possano anche loro avere una pensione dignitosa. Per dignitosa si intende di almeno 1000 (mille) euro al mese. Persone che hanno pochi contributi e di valore ridotto – perché basati su una retribuzione bassa – devono poter avere una pensione dignitosa. Questa pensione di garanzia dovrà essere sostenuta in parte da fiscalità generale”.

Il passaggio dall’Inpgi all’Inps

Infine, la segretaria Volponi si è soffermata su una questione che riguarda la categoria dei giornalisti, che hanno visto smantellato l’ente che gestiva la loro previdenza, l’Inpgi, confluito nell’Inps. La Volponi ha voluto rassicurare la categoria, informandola della nascita di un reparto dell’Inps deputato esclusivamente alla gestione del trattamento previdenziale dei giornalisti.

“Abbiamo avuto un incontro con l’INPS nel quale ci hanno comunicato che è stato costituito un polo a Roma Flaminio per l’INPGI, proprio per i dipendenti dell’ente che si è disciolto. La pensione arriverà e seguirà i parametri dell’INPS, non dell’INPGI. I giornalisti confluiti nell’Inps, avranno determinate caratteristiche contributive che verranno tenute da conto, tanto è vero che saranno gestiti da questo pool creato ad hoc”.