Per il Generale Giorgio Cuzzelli, il rischio di un utilizzo di armi nucleari nel conflitto in Ucraina è un’ipotesi priva di fondamento.

Ucraina, Cuzzelli: “La Russia non userà armi nucleari perché sarebbe controproducente”

Il rischio di un conflitto nucleare sembra ogni giorno più concreto, ad ascoltare le dichiarazioni degli esponenti politici dei due fronti in guerra, non ultimo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Tuttavia, secondo il generale di brigata dell’Esercito Italiano in congedo, Giorgio Cuzzelli, intervenuto nel corso della trasmissione “Italia Città Aperta”, condotta da Roberta Feliziani su Cusano Italia Tv, tale ipotesi non è da prendere in considerazione perché totalmente priva di logica, dal punto di vista politico come da quello militare.

“L’ipotesi di utilizzo di armi nucleari è assolutamente demenziale. Un impiego da parte della Russia sarebbe controproducente per lei, la porrebbe al di fuori della comunità internazionale e la metterebbe al di fuori del diritto internazionale. Militarmente, poi, la cosa non ha nessun senso: avrebbe conseguenze devastanti anche per la Russia stessa“.

Sui cosiddetti ordigni ‘tattici’

Il generale Cuzzelli è anche intervenuto sulla questione delle cosiddette armi nucleari ‘tattiche’ o ‘strategiche’, di cui si è iniziato a parlare da quando il leader ceceno Ramzan Kadyrov, ha esortato il Cremlino a farne uso nel conflitto.
Secondo il generale, si è fatta confusione in merito a cosa siano effettivamente queste tipologie di ordigni e quali siano i loro effetti concreti se venissero utilizzate.

“Armi nucleari ‘tattiche’ o ‘strategiche’ non esistono, se ne parla per ingannare il pubblico. Esistono armi nucleari di diverso potenziale che, in base ad esso, producono effetti diversi. Se si impiegano ordigni a basso potenziale, militarmente non hanno alcuna utilità perché, pur neutralizzando un obiettivo, tutto il resto verrebbe lasciato intatto. Diverso il discorso se si utilizzano armi nucleari a basso impatto per aprirsi la strada in un territorio, ma questo ridurrebbe l’Ucraina a un deserto e non è ciò che vuole la Russia. Inoltre, l’effetto delle radiazioni portate dal vento potrebbe ripercuotersi sulla Russia stessa”.