Bialiatski chi è l’attivista bielorusso che ha vinto il Premio Nobel per la Pace, detenuto senza processo. In linea con le previsioni dei bookmakers, il premio Nobel per la Pace ha una valenza apertamente anti-Putin e di ferma condanna della guerra in Ucraina.
“Il Premio Nobel per la pace non è contro Vladimir Putin, ma in favore del rispetto dei diritti civili”
ha spiegato il Comitato Nobel norvegese dopo aver annunciato il conferimento del Premio per la pace a un attivista bielorusso e a due Ong. I giurati dell’autorevole Accademia di Svezia, influenzati dal conflitto in corso nel cuore dell’Europa, hanno assegnato il prestigioso Nobel al bielorusso Ales Bialiatski, all’organizzazione per i diritti umani russa Memorial e all’associazione per i diritti umani ucraina Center for Civil Liberties. Una tripla, inusuale, assegnazione che riconosce le battaglie per i diritti umani e civili di tre soggetti – uno individuale e due associativi – di tre Paesi diversi – Bielorussia, Russia e Ucraina, tutti direttamente o indirettamente coinvolti nella guerra scoppiata lo scorso 24 febbraio con l’invasione del territorio ucraino da parte dell’esercito di Mosca. Come riferito dallo stesso comitato del Nobel per la Pace, il 60enne Ales Bialiatski è stato uno degli iniziatori del movimento democratico emerso in Bielorussia a metà degli anni ’80. Ha dedicato la sua vita alla promozione della democrazia e dello sviluppo pacifico nel suo Paese d’origine, nonostante le autorità governative abbiano ripetutamente cercato di metterlo a tacere, essendo stato incarcerato dal 2011 al 2014. A seguito di manifestazioni su larga scala contro il regime nel 2020, è stato nuovamente arrestato ed è ancora detenuto senza processo. “Nonostante le enormi difficoltà personali, Bialiatski non ha ceduto di un centimetro nella sua lotta per i diritti umani e la democrazia in Bielorussia” recita il comunicato del Premio Nobel.
Bialiatski chi è l’attivista bielorusso che ha vinto il Premio Nobel per la Pace
Nato il 25 settembre 1962 a Viartsilia, l’attivista bielorusso è noto per il suo lavoro con il Viasna Human Rights Centre, di cui è attualmente il presidente e per aver fondato il Partito BPF, oltre ad essere vice presidente della Federazione internazionale per i diritti umani (FIDH). Alle spalle ha un brillante percorso nel campo della letteratura. Laureatosi presso la Francishak Skaryna Gomel State University, è anche titolare di un dottorato di ricerca presso l’Accademia bielorussa delle Scienze, diventato poi uno dei massimi studiosi di letteratura bielorussa. Membro della Writers Union, ha anche contribuito a fondare l’Associazione Tutejshyja dei giovani scrittori, della quale è stata presidente tra il 1986 ed il 1989. Nel 1980 è stato parte attiva nelle proteste anti sovietiche e promotore del movimento democratico emerso allora in Bielorussia, contribuendo tra l’altro all’organizzazione di un evento importante: una cerimonia commemorativa presso Kurapaty, sito dove verso la fine del 1930, si suppone che la NKVD abbia assassinato migliaia di oppositori politici. Bialiatski ha anche partecipato alla fondazione del “Fronte popolare bielorusso” (BPF). L’altra sua grande ‘opera’ è il “Centro per i diritti umani Viasna” (Primavera): un’organizzazione con sede a Minsk, nata nel 1996 in risposta ai controversi emendamenti costituzionali che hanno conferito al presidente Aleksandr Lukashenko poteri dittatoriali. Viasna fornisce assistenza finanziaria e legale per i prigionieri politici e le loro famiglie. Per lui i problemi con la giustizia sono cominciati nel febbraio 2011, quando è stato convocato nell’ufficio del pubblico ministero, avvertendolo che, non essendo un’organizzazione registrata, se Viasna avesse continuato la sua attività, il governo avrebbe dato inizio ad un procedimento penale nei suoi confronti. Solo sei mesi dopo Bialiatski è stato arrestato con l’accusa di evasione fiscale, che comporta fino a 7 anni di reclusione e la confisca dei beni. L’accusa è stata possibile da documenti finanziari rilasciati dai pubblici ministeri di Lituania e Polonia. Nell’ottobre 2011 l’attivista è stato condannato a 4 anni e mezzo di carcere per “occultamento di reddito su larga scala”. Le Nazioni Unite hanno condannato i tribunali bielorussi per l’entità delle accuse, chiedendo il suo rilascio immediato e in diverse occasioni la sua detenzione è stata definita “arbitraria”. Nel novembre 2012, sulla base di una sentenza del tribunale contro Bialatski, l’ufficio di Viasna a Minsk è stato confiscato e sigillato dal governo bielorusso. A mobilitarsi in sua difesa sono state alcune tra le più grandi organizzazioni internazionali per i diritti umani, tra cui Amnesty International e la Federazione Internazionale per i Diritti Umani (FIDH), che hanno lanciato una campagna per sostenere il suo rilascio e informare maggiormente sulle condizioni dei prigionieri politici in Bielorussia.
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The Norwegian Nobel Committee has decided to award the 2022 #NobelPeacePrize to human rights advocate Ales Bialiatski from Belarus, the Russian human rights organisation Memorial and the Ukrainian human rights organisation Center for Civil Liberties. #NobelPrize pic.twitter.com/9YBdkJpDLU— The Nobel Prize (@NobelPrize) October 7, 2022
Ales Bialiatsky, dall’arresto nel 2011 al Premio Nobel 2022 per la Pace
Sono anche arrivati sostegni da parte del governo francese mentre Radoslaw Sikorski, ministro degli Esteri della Polonia, in seguito ha chiesto scusa per l’ “errore riprovevole” e lo stesso ha fatto la Lituania. Per Bialiastky detenuto sono arrivati i primi riconoscimenti internazionali: nel settembre 2012 il Premio Lech Wałęsa. Il mese dopo il Parlamento europeo lo ha designato finalista per il Premio Sakharov per la libertà di pensiero. Per il suo impegno nella promozione dei diritti umani e della democrazia ha poi ricevuto l’homo homini Award e il Premio Per Anger. Il 21 giugno 2014, dopo 1.052 giorni di detenzione in condizioni di salute precarie, dovute soprattutto ai periodi di isolamento, è stato rilasciato dal carcere, 20 mesi prima del previsto. L’11 novembre 2014 il consiglio comunale di Siracusa le ha conferito la cittadinanza onoraria, su istanza del gruppo locale di Amnesty International, come simbolo della sua strenua difesa dei diritti umani in Europa. Sempre per le sue battaglie per la democrazia e i diritti in Bielorussia, nel 2020, in pieno movimento di contestazione popolare contro il regime, l’attivista è stato nuovamente incarcerato ed è senza processo da due anni. Per lui il massimo riconoscimento è arrivato oggi, con l’assegnazione del Nobel per la Pace. Bialiatsky è sposato dal 1987 con Natallia Pinchuk, conosciuta nel 1982, quando l’attivista era studente presso la Francishak Skaryna Gomel State University e Natallia studiava al collegio pedagogico di Loeu. Insieme hanno un figlio di nome Adam. L’attivista ha raccontato di avere due grandi hobby nella vita: la ricerca di funghi e piantare.