Un’ora in meno di riscaldamenti al giorno e stagione accorciata a 15, posticipando di otto giorni la data consueta di accensione e anticipando lo spegnimento di sette. Il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha firmato il nuovo decreto che definisce le regole da seguire durante l’inverno per ridurre i consumi di gas e alleggerire le bollette. Si parla di circa 179 euro in meno a famiglia, per un totale di 2,7 miliardi di metri cubi di gas risparmiati.
Riscaldamenti nuovo decreto: cosa cambia
Il decreto firmato da Roberto Cingolani “definisce i nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale e la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati, da applicare per la prossima stagione invernale come previsto dal Piano di riduzione dei consumi di gas naturale”, ha annunciato il Mite sul suo sito Internet ufficiale. “Il periodo di accensione degli impianti è ridotto di un’ora al giorno e il periodo di funzionamento della stagione invernale 2022-2023 è accorciato di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio”. Si ridisegna così la cartina di accensione dei riscaldamenti, in questo modo:
- Zona A: ore 5 giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo;
- Zona B: ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo;
- Zona C: ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo;
- Zona D: ore 11 giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile;
- Zona E: ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile;
- Zona F: nessuna limitazione.
Rientrano nella zona F le aree dell’arco alpino, con città quali Cuneo o Belluno. In zona A si trovano Lampedusa e Porto Emedocle. Nel mezzo, le grandi città: Agrigento, Reggio Calabria, Messina o Trapani nella Zona B; Napoli, Imperia, Taranto e Cagliari nella C; Roma, Firenze, Foggia, Ancona e Oristano nella D; Milano, Torino, Bologna, Aosta e L’Aquila nella E. Ma il decreto lascia un margine di flessibilità ai Comuni: “In presenza di situazioni climatiche particolarmente severe, le autorità comunali, con proprio provvedimento motivato, possono autorizzare l’accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati dal decreto, purché per una durata giornaliera ridotta”. Inoltre, non tutte le strutture sono coinvolte nelle misure: “Non si applicano agli edifici adibiti a luoghi di cura, scuole materne e asili nido, piscine, saune e assimilabili e agli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e simili per i quali le autorità comunali abbiano già concesso deroghe ai limiti di temperatura dell’aria, oltre che agli edifici che sono dotati di impianti alimentati prevalentemente a energie rinnovabili”.
Temperatura giù di un grado
Per quanto riguarda la temperatura, il decreto prevede la riduzione di 1°C dei riscaldamenti. I valori di riferimento erano 18 gradi (con 2 di tolleranza) per le attività industriali e artigianali e 20 gradi (sempre con 2 di tolleranza) per gli altri edifici. Si scende quindi a 17 e 19 gradi. Toccherà ora all’Enea pubblicare un vademecum con le indicazioni essenziali da seguire per permettere agli amministratori di impostare correttamente la temperatura. Sulla questione è intervenuto anche Fabrizio Pregliasco, direttore scientifico di Osservatorio Influenza, professore associato di igiene all’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi, che ha spiegato all’Adnkronos come il passaggio a 19 gradi presenti rischi contenuti per la salute: “Tenere un grado in meno in casa non solo fa risparmiare, ma è la temperatura perfetta – ha dichiarato l’esperto. Se si ha freddo basta vestirsi un po’ più pesanti”. Il consiglio è quello di idratarsi e fare attenzione all’alimentazione, consentire il corretto ricambio d’aria ed evitare gli sbalzi termici, con un occhio di riguardo per le persone anziane e più fragili.