Nella cronaca nera del nostro Paese è noto anche come “mostro della Liguria”, Donato Bilancia, il serial killer che tra il 1997 e il 1998 ha compiuto 17 omicidi e ora protagonista di un docu-film che andrà in onda per la prima volta su Rai2 questa sera dalle 21.25. Una produzione realizzata da Pino Corrias e Renato Pezzini su una delle vicende più oscure della storia italiana.

“Le tre vite di Donato Bilancia”, le parole dei produttori

“Una delle storie più oscure, più coinvolgenti, più spaventose ma anche da un certo punto di vista più istruttive sul lato oscuro della natura umana”. Così Pino Corrias descrive all’Adnkronos “Le tre vite di Donato Bilancia“, il docu-film sul serial killer italiano che dal  15 ottobre 1997 al 20 aprile 1998 ha ucciso 17 persone, in onda stasera dalle 21.25 su Rai2 per Rai Documentari. Realizzato dallo stesso Corrias insieme a Renato Pezzini, il documentario indaga una storia che, stando ai produttori, “era stata poco raccontata”. E per farlo mette in luce le tre vite del criminale: “la prima è quella del giocatore d’azzardo e ladro – spiega Corrias. La seconda è quella dello sterminatore, perché uno che ammazza nove uomini e otto donne in sei mesi è uno sterminatore. La sua terza vita l’abbiamo scoperta indagando sui 22 anni che ha passato in carcere e che nessuno aveva mai raccontato perché la storia di Bilancia si conclude con un anno di processo, dove lui non compare mai, e con i tredici ergastoli” ed è quella della svolta mistica.

Raccontare questa storia oggi serve a raccontare qualcosa di molto inquietante sulla natura degli uomini, perché quello che ci dirà il magistrato è che alla fine tutti potenzialmente nascondiamo quel ‘click’ che ha mosso Bilancia. Se pensiamo ai ragazzi che vanno in guerra, che magari prima erano dei ragazzi tranquilli e che nel giro di uno o due mesi si trasformano nei peggiori sadici. A uccidere si impara. Se allenti quei freni inibitori che ti impediscono di farlo, moralmente ed eticamente, allora si spalanca l’abisso. La storia di Bilancia ci dice qual è la nostra parte peggiore. In questo senso è sempre istruttiva, perché in queste storie criminali spesso ci si immedesima: se ne ha paura, si dice ‘io non sono così’.

Donato Bilancia: storia di un serial killer

Classe 1951, Donato Bilancia nasce a Potenza da Rocco e Anna Mazzaturo e inizia ben presto ad avere i primi problemi con la giustizia: ha soli 15 anni quando comincia a rubare e viene arrestato in flagranza di reato per furto e poi per rapina, riuscendo però a evadere dal carcere. All’attività di ladro si somma quella di giocatore d’azzardo: Donato gioca infatti somme molto elevate per tentare di ottenere una vincita con cui ripagare i suoi debiti, ma mai ci riesce e nel mondo delle bische clandestine lo chiamano “Walterino”. Ma a segnarlo definitivamente è, nel 1987, il suicidio del fratello Michele, che si getta sotto un treno presso la stazione di Genova con in braccio il figlioletto di 4 anni: un episodio che non fa che ampliare i suoi disturbi mentali già da tempo presenti. A questo si aggiunge un incidente stradale nel 1990, a causa del quale Donato rimane in coma per diversi giorni. Poi, nel 1997, ha inizio l’attività di serial killer. È di 17 il numero delle vittime accertate di Bilancia in Liguria e in Basso Piemonte e che ne fanno “il mostro della Liguria”, mentre l’arresto arriva solo nel 1998, quando i carabinieri riescono ad associare all’uomo l’identikit fornito da una vittima riuscita a salvarsi e riconducendo alla sua macchina alcune tracce lasciate sui luoghi dei delitti. Bilancia confessa subito e la condanna è di 13 ergastoli, ma la pena viene interrotta nel 2020, a causa della sua morte per complicazioni dovute al Covid, per cui aveva rifiutato le cure per non essere “più un problema per la società”.