Due fatti degli ultimi giorni hanno coinvolto giovanissimi con la sindrome di Down.

Cominciamo dal primo episodio riportato agli onori della cronaca perchè un gruppo di minorenni potrebbe finire a processo dopo che la procura dei minori ha chiuso le indagini: sei quindicenni residenti nel quartiere romano della Garbatella hanno picchiato un diciassettenne con la sindrome di Down, riprendendo l’aggressione con il telefonino. Secondo i giovani la vittima aveva intenzione di ‘rubare’ una ragazza al fidanzato, perchè le avrebbe mandato dei messaggi su Instagram. 

Il secondo fatto: la Nazionale italiana di pallacanestro composta da atleti con sindrome di Down si è laureata campione del mondo per la terza volta. Gli azzurri hanno battuto l’Ungheria nella finalissima dei Mondiali a Funchal, in Portogallo, con il punteggio di 36-12. Dopo le vittorie del 2018 e 2019, la squadra allenata da Giuliano Bufacchi compie un’altra impresa sportiva: finora ha vinto ogni titolo mondiale ed europeo messo in palio.

Ragazzi che hanno la capacità di manifestare in modo esplicito le proprie emozioni

Abbiamo raccontato due fatti di segno opposto che però riportano all’attenzione dell’opinione pubblica la sindrome di Down, un tempo considerata grave disabilità mentre oggi, ricerche e cambiamenti della percezione sciale, hanno ricondotto questa caratteristica nei giusti binari. Lo si deve agli scienziati e soprattutto a quelle famiglie che hanno avuto la forza e la capacità di far vivere questi ragazzi con bellissimi occhi a mandorla in un clima familiare sereno e inserendoli in attività sociali, ricreative e sportive. In fondo chi ha la sindrome di Down di diverso da noi ha solo la caratteristica di manifestare in mondo esplicito le proprie emozioni.

Stefano Bisi