In un momento magico per il suo Napoli, Giovanni Simeone torna a parlare in un’intervista a La Nacion. Il club napoletano sta vivendo un periodo di forma pazzesco, con 14 gol segnati nelle ultime quattro partite, in cui anche El Cholito ha messo lo zampino in due occasioni, entrambe da subentrato. Segno che la squadra gira bene e non solo negli undici titolari scelti da Spalletti. Tra gli argomenti toccati da Simeone c’è appunto il Napoli, l’Argentina, il rapporto con la famiglia, la vita privata e Maradona.

Napoli, Simeone: “Essere figlio di… ha dei vantaggi ma tutto costa di più”

All’inizio dell’intervista, Simeone ha parlato del rapporto con il padre e sui pro e i contro che ci sono ad essere figlio d’arte: “Essere figlio di… ha dei vantaggi, non si può negarlo, ma d’altronde tutto costa un po’ di più. Ho lottato per dimostrare che ero uguale agli altri e non solo il figlio di Simeone. All’inizio non mi piaceva il soprannome ‘Cholito’, ma ora so va ancora oltre mio padre – ha dichiarato a La Nacion – Si riferiscono a quello che ho fatto e faccio in Italia”.

Non solo papà Diego, in famiglia ci sono altri due calciatori. Giuliano e Gianluca, fratelli di Giovanni: “Giuliano è il migliore tra i tre per le sue caratteristiche e con la palla tra i piedi. Nel calcio serve molto di più e, d’ora in poi, a 19 anni, dipenderà molto da come risolverà anche le situazioni extra calcio. Ora dipenderà anche dalla sua personalità. Cerco molto di aiutare i miei fratelli, così come mio padre. Sono molto appassionati”. Una vita per il calcio, sì, ma a volte serve anche staccare, come dichiara lo stesso Simeone: “L’adrenalina del calcio non mi imprigiona, la metto al suo posto: ne ho bisogno per migliorarmi, ma non mi imprigiona, né mi soffoca, né mi toglie la vita. Mi piace molto la meditazione e ho imparato le tecniche della respirazione. Con mia moglie, si parla molto di argomenti totalmente estranei al calcio. Mi piace viaggiare e imparare altre culture“.

“Diego non è più qui, ma è come se ci fosse”

Simeone è arrivato durante l’estate a Napoli, club per tradizione con un rapporto profondo con l’Argentina grazie a Diego Armando Maradona. Proprio del Pibe de Oro, ha parlato El Cholito: “È stupendo. Tutti qui parlano di Diego. Tutti ti dicono che hanno vissuto qualcosa con lui. Te lo raccontano con passione, come se fosse successo a loro ieri e forse erano gli anni ’90. Diego non è più qui ma è come se ci fosse. Lo hanno sempre presente, tutti i giorni. La gente soffre ancora la differenza tra nord e sud e Diego li ha salvati dall’oblio. È una gioia per loro che va oltre il calcio. Questa è una città veramente appassionata: avere Diego tra loro è un grande orgoglio. La gente ha un cuore grande e Diego ha dato loro luce, speranza, li ha convinti di poter combattere contro il potente nord. È quello che ti dicono ogni giorno. Ha lasciato un segno per sempre. Adesso in tanti mi dicono: ‘Dato che non saremo in questo Mondiale, saremo tutti argentini’. Ci si aspetta molto dalla nostra squadra in Qatar ed è merito di Diego. L’Argentina fa parte di questa città“.

Non solo Maradona e la tradizione argentina, c’è altro dietro la scelta di Simeone di venire a Napoli: “Al di là della grandezza (di Maradona, ndr), di quanto sia competitivo il club, c’era qualcosa dentro di me che mi diceva che Napoli fosse il posto giusto: dovevo venire qui. La trattativa a un certo punto si è bloccata, eppure non mi sono mai mosso di un centimetro dal mio desiderio: volevo venire qui. Non mi sono mai sentito così bene. Mi sentivo pronto per competere in una squadra davvero grande e per poter vincere. È giunto il momento e mi sento pronto”. E sulla prima rete in Champions LeagueMi sono lasciato trasportare dalla magia del momento. L’avevo sognato e desiderato tante volte. Quindi, in un certo senso, gli altri vedevano quello che io avevo già vissuto”. Infine una battuta anche su una possibile convocazione con l’Argentina: “Credo sempre nella Nazionale, non rinuncio al sogno di essere nella lista dei Mondialima ci sono tanti bravi giocatori. Ho la possibilità di dimostrare che voglio esserci”.