È un vero e proprio tour di addio, This is not a Drill, organizzato dal cofondatore e cantante dei Pink Floyd Roger Waters per il 2023. Tra le date annunciate, se ne aggiunge ora una: quella del 21 aprile a Bologna, ulteriore occasione per salutare l’artista, sempre molto esposto anche sul piano politico, come è emerso da un’intervista di Rolling Stone.

Roger Waters tour 2023: tutto quello che sappiamo

Prima di ritirarsi dalla scena, Roger Waters ha deciso di regalare ai fan un ultimo tour di concerti in Europa nel corso del 2023 e, per l’occasione, l’artista inglese arriverà anche in Italia, più precisamente al Mediolanum Forum di Milano, il 27, 28 e 31 marzo e il 1 aprile, e all’Unipol Arena di Bologna, il 21, 28 e 29 aprile. Dal nome This is not a Drill, il tour è “una rivoluzionaria stravaganza rock and roll/cinematografica, eseguita su un palco centrale a 360°. È una straordinaria accusa alla distopia aziendale in cui tutti lottiamo per sopravvivere e un invito all’azione ad amare, proteggere e condividere il nostro prezioso e precario pianeta che è la nostra casa”, aveva annunciato Waters. Uno spettacolo che include una dozzina di canzoni del grande repertorio dei Pink Floyd, in cui l’artista ha esordito nel 1967 con The Piper at the Gates of Dawn, insieme a molti brani prodotti da Waters come solista dal 1984, anno del distacco dal gruppo.

Con lui sui palchi del tour ci saranno ora Jonathan Wilson e Dave Kilminster alla chitarra e voce, Jon Carlin alle tastiere, chitarra e voce, Gus Seyffert al basso e voce, Robert Walter alle tastiere, Joey Waronker alla batteria, Shanay Johnson alla voce, Amanda Belair alla voce e Seamus Blake al sassofono. Mentre, tra i brani in scaletta, ce ne sono alcuni dei più famosi, come:

  • Welcome To The Machine
  • Money
  • Comfortably Numb
  • Another Brick in The Wall
  • Wish You Were Here
  • Shine On You Crazy Diamond

L’intervista al cantante da parte di Rolling Stone: un tutt’uno tra politica e musica

Non ha mai mancato di esporsi politicamente, Roger Waters. Iconica in tal senso è la frase di apertura del nuovo tour, in cui l’artista imita uno speaker britannico che si rivolge al pubblico dicendo: “Se sei uno di quelli che pensano ‘Mi piacciono i Pink Floyd, ma non sopporto le idee politiche di Roger‘, puoi andartene subito a fare in c*** in un bar. Grazie e godetevi lo show”. Di recente ha fatto scalpore la lettera scritta di suo pugno indirizzata alla first lady ucraina, Olena Zelenska, per spronarla a incoraggiare il marito a trattare per la pace con la Russia, schierandosi quindi al fianco di Putin e scatenando la reazione della Polonia, che ha deciso di cancellare le date del suo tour previste a Cracovia per il 21 e 22 aprile 2023. Sulla guerra Russia-Ucraina le sue opinioni, in effetti, non sono nuove: i crimini di guerra russi sarebbero solo “bugie” frutto della “propaganda occidentale” e sarebbero gli ucraini ad aver commesso invece numerose atrocità, stilando addirittura una lista di persone da eliminare, tra cui ci sarebbe anche lui. È quello che emerge da un’intervista di Rolling Stone in cui il giornalista James Ball dialoga con il cantante inglese di politica e attualità, visto che è lo stesso Waters ad aver espresso più volte il bisogno di essere rispettato e preso sul serio non solo per la sua musica. Dalla Russia, alla Siria, fino ad Isrele e alla Palestina, per arrivare al messaggio luminoso che, tra gli effetti visivi del prossimo tour, recita: “L’occupazione e i diritti umani non possono coesistere”; un’intervista durante cui l’artista non ha mancato di sottolineare come politica e musica siano per lui un tutt’uno.