A partire dallo scorso venerdì Roberto Spada, figura di spicco dell’omonimo clan mafioso, è tornato uomo libero dopo quattro anni di reclusione in carcere per l’aggressione ai danni della troupe televisiva del programma “Nemo-Nessuno escluso”.
Grandi festeggiamenti a Ostia e nel suo quartiere-feudo di Ponente. Recentemente assolto dall’accusa di duplice omicidio contro due boss rivali, Spada è stato dimesso dal carcere di Tolmezzo per “espiazione della pena“.
Ostia, la dinamica dell’arresto di Roberto Spada nel 2018
Fuochi d’artificio sparati nella centralissima Piazza Gasparri “salutano” il ritorno a casa di Roberto Spada, membro reggente dell’omonimo clan mafioso, conclusa la detenzione in Friuli Venezia Giulia dopo la condanna per l’aggressione a Daniele Piervincenzi nel novembre 2017.
In molti ricorderanno l’accaduto: il giornalista tv Piervincenzi, all’epoca inviato per la Rai del programma “Nemo-Nessuno escluso”, si trovava a Ostia per indagare sul rapporto tra il clan Spada e Casapound. Dopo un’iniziale discussione civile, il reggente sferrò una testata verso Piervincenzi e poi, con una spranga di ferro recuperata all’interno della palestra di boxe da lui gestita, aggredì anche il cameraman Edoardo Anselmi.
Indagato per i reati di lesioni e violenza privata aggravati dai futili motivi e dal metodo mafioso portò alla condanna a 6 anni di carcere (più 1 di libertà vigilata), inizialmente scontata nel carcere romano di Regina Coeli. Poi, a causa di presunte incompatibilità ambientali, il trasferimento in Friuli a Tolmezzo, in piena Carnia, sempre in regime di massima sicurezza.
Con due anni di anticipo rispetto alla condanna, Spada è dunque tornato libero e ha fatto ritorno a casa dove è indagato per altri provvedimenti tutt’ora in corso, comprese le accuse di aggressioni, usura e altre attività criminali perpetrate nel tempo con metodo mafioso. Nell’inchiesta di maggior rilievo contro il clan Spada, vale a dire il duplice omicidio dei boss rivali Giovanni Galleoni e Francesco Antonini (avvenuto nel 2011), la Corte d’assise ha proclamato la sua assoluzione e in contemporanea lo stralcio per Carmine Spada e l’ergastolo per Ottavio Spada, ritenuto l’esecutore materiale del delitto.