Sono giorni molto intensi nelle acque mediterranee della Grecia, a causa di un ingente flusso di imbarcazioni che trasportano migranti provenienti molto spesso dal Medio Oriente. Nelle ultime 24 ore si registrano purtroppo due casi di mancato salvataggio a un gommone e a una barca vela che hanno provocato dispersi e vittime.
Il primo episodio ieri pomeriggio al largo dell’isola di Kythira, lembo sud della Grecia, dove una barca a vela è affondata con a bordo circa 100 persone. A far deragliare il barchino sarebbe stato il forte vento, con raffiche fino a 100 km/h. Poi nella notte il secondo caso confermato dalla Guardia Costiera ellenica nei pressi dell’isola di Lesbo (a poche miglia dalla costa turca).
Grecia e migranti, ultime 72 ore di lavoro intenso per la Guardia Costiera
Partendo proprio da quest’ultimo affondo di migranti, la Guardia Costiera della Grecia ha diramato una nota stampa tramite il portavoce alla tv di Stato Ert:
Al momento possiamo confermare 15 decessi, di cui molte donne. La situazione vede inoltre 9 persone tratte in salvo, molte completamente in preda al panico, e 14 ancora dispersi secondo le informazioni in nostro possesso. Le condizioni meteo hanno sicuramente influito a creare questa tragedia umana
Nikos Kokkalas, portavoce Guardia Costiera greca
Numeri e più grandi e scenario fortunatamente migliore sulle cose di Kythira, dove tuttavia si contano vittime e dispersi. Delle 95 persone che sarebbero state ospitate sull’imbarcazione, 80 sono già state riconosciute o localizzate dalle autorità marittime e c’è ottimismo circa il completamento delle operazioni di salvataggio.
Solo qualche giorno fa analoga dinamica al largo dell’isola di Cefalonia: 56 i profughi tratti in salvo dalla Guardia Costiera, dopo un iniziale rifiuto verso i soccorsi. Fattore comune agli altri due episodi le condizioni meteo, particolarmente difficili e sconsigliate alla navigazione ormai da diversi giorni.