Sono stati in tre ad aggiudicarsi il Premio Nobel per la Chimica 2022: Carolyn Bertozzi, Morten Meldal e Barry Sharpless. La motivazione è lo sviluppo della “click chemistry”, o chimica a scatto, che permette di unire le molecole in modo semplice ed efficiente. Un nuovo metodo, quindi, che si serve di ossigeno e acqua, diffusi e facili da maneggiare, riducendo al minimo le sostanze di scarto e il tempo necessario per completare il processo. A gettare le basi per questa forma funzionale di chimica sono stati Sharpless e Meldal, mentre Bertozzi, unica donna ad aver vinto il Premio, ha portato la tecnica in una nuova dimensione, iniziando ad utilizzarla negli organismi viventi.
Nobel per la Chimica 2022: le scoperte
In chimica si è stati a lungo guidati dal desiderio di costruire molecole sempre più complesse, cosa che ha permesso, nel tempo, la ricreazione di molecole naturali da usare, ad esempio, in ambito farmaceutico. Ma si tratta di processi molto lunghi e dispendiosi. I tre chimici vincitori del Nobel 2022 hanno cercato di facilitarli. “Il Premio per la Chimica di quest’anno si occupa di non complicare eccessivamente le cose, ma di lavorare con ciò che è facile e semplice – ha affermato Johan Åqvist, presidente del Comitato Nobel per la Chimica. Le molecole funzionali possono essere costruite anche seguendo un percorso semplice”. È quello che cerca di fare la chimica a scatto – che cessa di imitare la natura, troppo complicata nella sua archittetura e nelle sue reazioni chimiche – rendendo i processi chimici meno dispendiosi. Ad inaugurare la tecnica è stato Barry Sharpless, classe 1941, con un dottorato di ricerca presso la Stanford University e attualmente Keck Professor presso lo Scripps Research di La Jolla, negli Stati Uniti, al suo secondo Nobel, che nel 2000 coniò l’espressione “click chemistry” per definire una forma di chimica semplice e affidabile, in cui le reazioni si verificano rapidamente: come mattoncini Lego, i blocchetti di molecole si agganciano gli uni agli altri con un click.
Ad aiutarlo è stato Morten Meldal, nato in Danimarca nel 1954 e con un dottorato di ricerca presso l’Università Tecnica della Danimarca, che lo ha portato a diventare professore all’Università di Copenaghen. Poco dopo la nascita della “click chemistry”, i due scienziati hanno presentato, indipendentemente l’uno dall’altro, quello che oggi è il fiore all’occhiello della chimica a scatto: la cicloaddizione azide-alchino catalizzata dal rame, una reazione chimica ampiamente utilizzata, ad esempio per lo sviluppo di prodotti farmaceutici. Maldel ha avuto il merito di perfezionare la tecnica. Poi c’è Carolyn Bartozzi, unica donna ad aver ricevuto il Premio, nata nel 1966 negli Stati Uniti e di origini italiane, con un dottorato di ricerca presso la University of California, Berkeley e ora professoressa presso la Stanford University, negli Stati Uniti. A lei si deve l’aver portato la “click chemistry” ad un nuovo livello. Grazie alla scienziata, la nuova tecnica è stata infatti applicata anche alle molecole biologiche, mentre nella sua forma originale non era adatta agli esseri viventi. Le applicazioni vanno dalla creazione di nuovi farmaci alle terapie ad alta precisione contro i tumori. “La nostra tecnica – ha spiegato – permette di inventare molecole del tutto nuove”. Studiando la superficie delle cellule del cancro – leggermente diversa rispetto a quella delle cellule sane – è possibile infatti mettere a punto farmaci che le riconoscano.
I vincitori della scorsa edizione e il prossimo appuntamento
A vincere l’ultimo Premio Nobel per la Chimica erano stati Benjamin List e David MacMillan, anche loro scopritori di un metodo molto efficiente per assemblare molecole utili. Per oggi alle 13 è previsto invece l’atteso annuncio del vincitore del Nobel per la Letteratura.