Sono ore di angoscia e trattative a Roncadelle, comune dell’hinterland di Brescia, dove nel tardo pomeriggio di mercoledì un uomo di circa 30 anni avrebbe rapito il figlio di 4 anni per poi barricarsi nella propria abitazione: la gravità dell’episodio risiede nel fatto che il padre non ha l’affidamento esclusivo del minore e che, soprattutto, prima di fuggire dalla casa della moglie con il piccolo avrebbe malmenato l’assistente sociale di 36 anni presente all’incontro protetto.
Brescia, uomo e figlio barricati mentre le trattative proseguono
La furia cieca di un padre separato e lontano dal proprio figlio si scatena in provincia di Brescia, prima a Rodengo Saiano (in Franciacorta) e poi a Roncadelle (cintura ovest del capoluogo): così l’uomo decide di terminare l’incontro protetto minacciando l’assistente sociale con una pistola, da capire se vera o “giocattolo”, prima di aggredirla fisicamente con l’intento di scappare con il figlio e fuggire.
Nonostante la presenza delle forze dell’ordine in zona, l’uomo è riuscito a scappare ed è stato successivamente rintracciato nella sua abitazione di Roncadelle. Per risolvere la questione positivamente la Polizia ha transennato l’intera area di accesso alla casa del 30enne, separato dalla moglie che detiene l’affidamento esclusivo (entrambi di origini rumene), ha coinvolto alcuni specialisti delle unità antiterrorismo di Brescia e si è affidata a un negoziatore dell’Arma specializzato in situazioni di crisi per condurre le trattative.
Trattative che dopo ore continuano a proseguire senza sosta ma anche senza dare frutti. Da quanto si riesce ad apprendere in circostanze così concitate, il piccolo di 4 anni non sarebbe in pericolo nonostante l’uomo si rifiuti categoricamente di restituirlo alla sua compagna. Alla base del gesto con ogni probabilità la frustrazione per aver perso i contatti con il figlio dopo la recente pronuncia del Tribunale di Brescia, la sua richiesta è stata chiara: chiede del tempo insieme al bambino.