“Sexsomnia”, cos’è e come si manifesta il disturbo del sonno di cui è stata accusata ingiustamente una 24enne inglese che, a distanza di anni, ha ricevuto le scuse della Procura della Corona. L’organismo aveva sostenuto che si poteva trattare di un caso di sonnambulismo sessuale. Jade McCrossen-Nethercott, questo il suo nome, aveva raccontato di essersi addormentata vestita sul divano dopo una serata in gruppo con bevute di prosecco e di essersi svegliata seminuda, senza pantaloni e mutande, con il reggiseno slacciato e la collana rotta e a terra. Aveva la sensazione di esser stata violentata e aveva affrontato l’uomo che era rimasto in casa, il quale si era limitato a risponderle: “Credevo che fossi sveglia”, per poi svignarsela. Tre anni dopo, a pochi giorni dal processo al presunto stupratore, la giovane è stata convocata in Procura dove le è stato spiegato che il caso veniva archiviato perché due esperti (senza peraltro mai visitarla) avevano ritenuto che potesse soffrire di ‘Sexsomnia’, un disturbo del sonno riconosciuto dalla medicina in cui si mettono in atto comportamenti sessuali, senza consapevolezza o intenzione, durante il riposo notturno. Uno di loro aveva sostenuto che potesse addirittura aver avuto gli occhi aperti e mostrato piacere durante il rapporto. 

“Sexsomnia”, cos’è e come si manifesta il disturbo del sonno di cui è stata accusata una 24enne inglese
 

Gli episodi di “sexsomnia” si verificano normalmente quando una persona è in fase di sonno profondo e si risveglia parzialmente per avere contatti o rapporti sessuali rimanendo per lo più addormentata, e al risveglio non se ne ricorda. L’appiglio alla Procura della Corona era dato dal fatto che a una domanda dell’agente che ha raccolto la denuncia, la 24enne aveva risposto di aver avuto un paio di episodi di sonnambulismo da adolescente. In pratica, la vittima potrebbe aver dato l’impressione che fosse consenziente e questo esclude la violenza sessuale in base al diritto britannico. Jade, però, non si è arresa, e ha presentato un ricorso per contestare l’archiviazione consultando a sua volta un esperto del sonno, Irshaad Ebrahim del London Sleep Centre, insistendo che aveva avuto due relazioni durature protrattesi su un arco di 13 anni e una cosa simile non le era mai accaduta.

“Non vedo perché mi sarebbe dovuto capitare proprio con qualcuno a cui non avrei mai acconsentito di fare sesso con me”,

ha affermato.

Dopo alcuni test del sonno, l’esperto non è stato però in grado di escludere in modo categorico che Jade possa aver avuto un episodio di “sexsomnia“. Come le ha spiegato il suo avvocato, Allison Summers, il sonnambulismo sessuale  (condizioni molto più frequente negli uomini) è stato spesso usato da chi è accusato di stupro come scriminante per sfuggire a una condanna per violenza sessuale. Tuttavia il fatto che nel suo caso non si potesse escludere un simile episodio da parte della vittima rendeva improbabile un verdetto di colpevolezza. Il procuratore capo che ha condotto un riesame indipendente del caso, invece, ha dato ragione alla giovane, anche se ormai non poteva riaprire l’inchiesta perché non si può procedere due volte per lo stesso reato. A suo avviso l’accusa di stupro doveva approdare in tribunale e la giuria “era più probabile che arrivasse a una condanna che a un’assoluzione”.

“Mi scuso senza riserve da parte della Procura della Corona anche se comprendo che questo Le sarà di scarsa consolazione”,

ha affermato. Jade, che chiederà un risarcimento danni alla Procura, si consola con il fatto di aver evidenziato un malfunzionamento di un sistema che “dovrebbe proteggere e ha sbagliato, per sua stessa ammissione”. Nel 2021 in Gran Bretagna appena l’1,3% delle denunce di violenza sessuale hanno portato all’incriminazione dei presunti responsabili.