Interno, Agricoltura, Infrastrutture e Affari regionali e riforme: questa la lista di ministeri che Matteo Salvini avrebbe compilato durante il Consiglio federale della Lega. Lista che poi finirà sulla scrivania di Giorgia Meloni. Da questo elenco emerge l’assoluta determinazione del leader del Carroccio sul dicastero dell’Interno, da lui già guidato durante il governo gialloverde. Nel corso del Consiglio, la Lega ha confermato i pilastri della sua campagna elettorale: “Avanti tutta sull’estensione della flat tax fino a 100 mila euro di fatturato e superamento della legge Fornero grazie a Quota41 per dare opportunità ai giovani”.
Tornando alla formazione dell’esecutivo, Salvini ha ricordato che la Lega ha donne e uomini di valore “che possono ricoprire incarichi di grande responsabilità” e alla fine ha confermato di avere “idee chiare” sul da farsi e sulla squadra da portare al governo. Tutti i partecipanti, comunque, sono sembrati essere d’accordo su Salvini al Viminale. Anche Giorgetti. Qualcuno avrebbe detto: “Ha già dato prova di saper gestire quel ministero”. Alla fine il segretario avrebbe chiosato: “Grazie a tutti, ora so cosa chiedere”.
Intanto continua a tenere banco anche la mossa del senatur Umberto Bossi. Preso in contropiede da Umberto Bossi, Matteo Salvini sta ora seriamente pensando di bloccare la nascita di eventuali correnti interne al partito. “Sarebbe l’inizio della fine” spiegano senza mezzi termini i fedelissimi del Capitano leghista che mai e poi mai si sarebbero aspettati una mossa del genere dall’anziano leader padano. “Ha avuto un seggio sicuro ed è stato eletto, che cosa avremmo dovuto fare di più?” spiegano. Il timore che serpeggia tra i ‘big’ del Carroccio è che il ‘Senatur’ possa essere manovrato e strumentalizzato e che la mossa sia solo la prima pietra di una spaccatura per ritornare alla Lega delle origini e riportare in auge i malpancisti e chi non è stato più candidato. La fine politica di Salvini sarebbe soltanto questione di tempo.