Piero Armenti “Il mio viaggio a New York”: una laurea in Giurisprudenza, un dottorato in Cultura dei Paesi di lingue iberiche e iberoamericane e un tesserino da giornalista professionista, in Italia aveva trovato le porte sbarrate…Cosa si fa in questi casi? Si cerca fortuna nella Grande Mela. E la fortuna dopo più di dieci anni è arrivata a bussare alla sua porta: lui è Piero Armenti, titolare della più grande agenzia di viaggi italiana di New York, seguitissimo sui social e creatore di video nei quali spiega cosa fare e non fare nella Metropoli e non solo! Ospite di Radio Cusano Campus nella trasmissione “Che Musica Maestro” con Arianna Caramanti e Lele Martinelli, Piero ha spiegato cosa lo ha spinto a trasferirsi nella Grande Mela e quali sono i suoi progetti.
Il grande passo
Piero Armenti “Il mio viaggio a New York.” racconta la sua avventura. “Ormai sono undici anni che vivo qui, il momento in cui scelsi di trasferirmi a New York è un ricordo ormai lontano nel tempo però ricordo che lo sognavo da tanto e tra mille difficoltà sono riuscito così a vivere stabilmente in questa città; non mi sono mai pentito altrimenti sarei tornato in Italia, qui si trovano delle good vibes che in Italia non ci sono… Ad esempio se volessi uscire di casa alle tre di notte potrei farlo tranquillamente prendendo la metro o qualsiasi altro mezzo: questa è una città che non dorme mai, è super elettrica!”
La New York di tutti i giorni
“Questa città ti da la sensazione di stare dentro un enorme film infatti chi viene qui per la prima volta ha la sensazione di esserci già stato. Quello che si vede nei film è quello che accade nella New York di tutti i giorni, qui ci sono davvero certi scenari che al cinema crediamo si tratti di pura finzione e che invece è la realtà. Mi piace molto come la città è raffigurata in “Mamma ho riperso l’aereo. Mi sono smarrito a New York”, credo che in quel film sia raccontata alla perfezione e da una bella fotografia della città.”
La popolarità sui social
“Io lo chiamo l’ultimo realismo: mi piace che sia tutto in presa diretta e descrivere la realtà della vita quotidiana con le sue sbavature e sgrammaticature; questo crea sicuramente una maggiore connessione tra me e la gente che mi segue. Immagino le persone che vedono i miei video quando stanno in bagno e si sentono un po’ parte della mia vita ed è per questo che non ho mai editato più di tanto i miei contenuti, proprio per dare un’idea di maggiore connessione e realismo sempre prendendo in considerazione l’algoritmo e l’evoluzione di ciascun social network.”
Piero Armenti fra dieci anni
“Diventerò fra pochi mesi cittadino americano ma in realtà mi sentirò sempre un italiano in America che ha sintetizzato una parte della cultura del Paese che mi ospita e una parte del Paese di origine. Mi sentirò per sempre italiano anche perché sono venuto qui che ero già grande, avevo quasi 30 anni… Dall’America ho preso molto in questi anni la capacità di fregarmene delle persone, cosa che in Italia avviene di meno: qui c’è lo spirito dell’individuo che lotta da solo contro il sistema; noi italiani dovremmo copiare questo spirito americano!”