A 18 anni dalla scomparsa della piccola Denise Pipitone rispunta la pista rom con nuove intercettazioni che provengono dal passato.

La trasmissione televisiva Ore 14, che va in onda su Rai 2, ha lanciato un appello al fine di riportare all’attenzione degli inquirenti quelle intercettazioni che erano state archiviate per mancanza di un traduttore.

Denise Pipitone: indagini bloccate per mancanza di un traduttore

Le nuove intercettazioni di cui si parla sarebbero dei filmati in cui i soggetti identificati parlano una lingua incomprensibile, e per questo motivo erano stati archiviati dalle forze dell’ordine, bloccando le indagini per la mancanza di un interprete.

Secondo quanto viene riportato dal quotidiano Il Giornale le frasi contenute nei video non furono mai tradotte e non vennero più prese in considerazione. Ecco che cosa riporta il documento ufficiale:

“Allo stato attuale si sconoscono le risultanze emerse dalle intercettazioni in corso, ritenuto che non è stato ancora possibile all’individuazione di interprete conoscente la lingua da questi parlata”.

Adesso il programma televisivo “Ore 14”, in onda su Rai 2, chiede di riportare all’attenzione degli inquirenti quei video, dal momento che potrebbero fornire delle prove chiave per lo sviluppo delle indagini ed un possibile ritrovamento di Denise Pipitone.

Il fango gettato su Piera Maggio: “Ha girato un film porno, praticava occultismo e spacciava droga”

Maria Angioni, pm del caso Denise Pipitone fino al 2005, ha pubblicato un post sui social network nel quale racconta i depistaggi sulle indagini. In particolare, ecco che cosa ha scritto sul suo profilo social:

“Guardate, quando io come pm mi sono occupata di questo caso, i ‘mantra’ che uomini di polizia propinavano ai pm erano 2:

1) che la bimba era sicuramente morta, caduta in qualche pozzo;

2) che Piera Maggio era una persona criticabile.

Io di questo’ultimo mantra non ho mai parlato, perché era di per sé offensivo, ma ho detto che la Maggio sta apertamente cercando un ‘dossier’ su quei fatti, quindi ne posso e ne devo parlare.

Finché sono stata io pm, dossier del genere non sono mai stati depositati, erano cose che i poliziotti dicevano, e neppure ricordo più dei nomi in particolare.

Io comunque le ho sempre ritenute delle dicerie che avevano il solo fine di non farci prestare molta attenzione a questo caso”.

Anche Alberto Di Pisa, procuratore capo a Marsala nel periodo compreso tra il 2008 ed il 2015, si è espresso riguardo il fango che è stato gettato su Piera Maggio durante le indagini, durante un’intervista a “Chi l’ha visto?”, fornendo però una visione differente:

“Su questo preferisco non dire niente, perché pure la Maggio potrebbe anche avere… però indubbiamente c’era qualcosa. Non pregiudizio, dati oggettivi, riferiti dai rapporti di polizia, non è che lo dico io“.

Anche in un’altra occasione l’ex procuratore capo Alberto di Pisa aveva parlato in malo modo di Piera Maggio, sostenendo che non è realmente quella che adesso vuole sembrare:

Mi risulta che spacciava droga, non è che è una famiglia… Lei, la Maggio! È un soggetto, non credere che sia… un soggetto… ora si è raffinata. Va a ‘Chi l’ha visto?’ Tutta truccata, capelli… Il soggetto è quello che è… Però a noi risultava. Noi in genere facciamo accertamenti sulla personalità, i precedenti… risultava che non era un soggetto proprio limpido diciamo”.

Queste dichiarazioni molto forti nei confronti di Piera Maggio non sono state ovviamente prese bene dalla diretta interessata:

“Si rimane basiti a sentire queste dichiarazioni. Dovete immaginare cosa ho subito”.

Il suo legale Frazzitta, invece, commenta il fatto riguardante la possibilità che i dossier che erano stati creati appositamente per influenzare i magistrati siano poi stati fatti sparire dai documenti ufficiali:

“Escludo categoricamente che ci siano mai stati rapporti di polizia che delineavano un profilo opaco di Piera Maggio”.

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