Solo qualche settimana la visita di Papa Francesco, oggi è Sergio Mattarella a parlare da Assisi sui grandi temi dell’attualità internazionale: il focus rimane sempre il solito, la guerra in Ucraina. Il Capo dello Stato si è recato nella città umbra per il tradizionale rito di accensione della lampada di san Francesco, un rituale che si celebra tutti gli anni dal 1939.

Ucraina, Mattarella richiama la grande sfida globale dell’ecologia

Sergio Mattarella non smette di credere all’ipotesi di pace e da Assisi, dove ha presenziato in occasione del rituale di accensione della lampada di San Francesco, si affida proprio alla figura del santo d’Italia per introdurre il suo discorso:

San Francesco è una delle radici antiche della nostra identità cattolica e umana, la forza profetica delle sue scelte di vita ha esaltato valori che oggi siamo chiamati a fare nostri per il bene futuro dell’Italia, dell’Europa, del Mediterraneo e del mondo intero.

Tra i valori tramandati nei secoli c’è ovviamente la pace:

La Costituzione italiana prevede che sia fondamento e traguardo della nostra comunità ma che è stata nuovamente tradita quando l’Europa l’aveva riscoperta dopo aver conosciuto gli abissi del male. È profondamente sbagliato arrendersi e accettare le logiche della guerra, che logora e consuma le forze mentali e spazza via vite intere creando morte e distruzione. Ma anche povertà, se i potenti riusciranno a imporre la loro prepotenza. Sia il dialogo lo strumento di salvezza per interrompere la spirale di devastazione

La pace è un diritto iscritto nelle nostre coscienze e rappresenta l’aspirazione più profonda di ogni persona, ma essa non è soltanto il contraltare della guerra ma armonia con il Creato. Quella pace – rimarca Mattarella – tradita proprio nel cuore dell’Europa, che, nella prima metà del secolo scorso, aveva conosciuto gli abissi del male e si era riscattata con nuovi ordinamenti interni e internazionali. Non ci arrendiamo alla logica di guerra, che consuma la ragione e la vita delle persone e spinge a intollerabili crescendo di morti e devastazioni. Che sta rendendo il mondo più povero e rischia di avviarlo verso la distruzione. E allora la richiesta di abbandonare la prepotenza che ha scatenato la guerra. E allora il dialogo. Per interrompere questa spirale. L’uomo ha sprecato, ha rubato a madre Natura ed è chiamato a restituire un futuro alle generazioni successive: è questa la grande urgenza della nostra epoca, è il momento di insegnare l’ecologia integrale.

E ancora prosegue.

“Quando si consumano a dismisura le risorse, quando si depreda la natura, quando si creano disuguaglianze tra i popoli, quando si inaridisce il destino delle generazioni future, ci si allontana dalla pace. Dobbiamo riparare, restituire. È la grande urgenza della nostra epoca. E non abbiamo altro tempo oltre questo. È un compito che riguarda tutti noi – nessuno è irrilevante – nessuna buona opera è inutile. È un compito che va svolto insieme. Papa Francesco ci ha offerto una chiave di interpretazione e di impegno parlando di ‘ecologia integrale’. Equilibrio ambientale da ricomporre; giustizia sociale da perseguire rimuovendo gli ostacoli che le contingenze frappongono; diritto di ogni donna e di ogni uomo a sviluppare appieno la propria personalità”.