Per festeggiare i 50 anni dell’esordi discografico, la Premiata Forneria Marconi, meglio nota come la PFM si regala un tour che porterà la band a suonare dal vivo nei principali teatri italiani con “PFM 1972-2022”.
I concerti saranno un grande ritorno al passato, ma allo stesso tempo un viaggio proiettato verso il futuro. Per arricchire e rendere omaggio al loro cinquantennale durante gli spettacoli verranno utilizzati anche video proiezioni e scenografie virtuali. Ci saranno momenti sonori dedicati alla poesia di Fabrizio De André. Le serate saranno aperte dai Barock Project, band scelta direttamente da PFM tra i gruppi emergenti del panorama del nuovo progressive internazionale.
PFM festeggia 50 anni: i componenti della Band
La PFM, Premiata Forneria Marconi è composta da: Franz Di Cioccio (voce e batteria), Patrick Djivas (basso), con Lucio Fabbri (violino, seconda tastiera, cori), Alessandro Scaglione (tastiere, cori), Marco Sfogli (chitarra, cori), Eugenio Mori (seconda batteria), special guest: Luca Zabbini.
PFM festeggia 50 anni: i riconoscimenti
Nel 2016 la prestigiosa rivista inglese “Classic Rock” UK ha posizionato la PFM, Premiata Forneria Marconi al 50esimo posto tra i 100 migliori artisti più importanti del mondo, mentre “Rolling Stone” UK ha inserito l’album “Photos of ghost” al 19esimo posto tra i dischi più importanti della musica progressive.
Nel 2018 ha ricevuto a Londra il prestigioso riconoscimento come “International Band of the year” ai Progressive Music Awards UK, mentre nel 2019 la rivista inglese “PROG UK” nomina Franz Di Cioccio tra le 100 icone della “musica che hanno cambiato il nostro mondo” (unico musicista del mondo latino).
PFM festeggia 50 anni: le date del tour “PFM 1972-2022”.
La PFM è nata nel 1970, discograficamente nel 1972 la band ha guadagnato rapidamente il consenso del pubblico, anche a livello internazionale occupa un posto di rilievo che mantiene tutt’oggi. Di seguito gli appuntamenti teatrali dei concerti:
11 ottobre, BOLOGNA – Auditorium Europa;
15 ottobre, SCHIO – Teatro Astra (prevendite su VivaTicket);
20 ottobre, ANCONA – Teatro delle Muse;
22 ottobre, LEGNANO – Teatro Galleria
29 ottobre, CESENA – Carisport;
5 novembre, ALESSANDRIA – Teatro Alessandrino;
10 novembre, BERGAMO – Teatro Creberg;
19 novembre, VARESE – Teatro di Varese “La Buona Novella + successi PFM”;
16 novembre, TORINO – Teatro Colosseo
22 novembre, MILANO – Teatro Lirico;
23 novembre, MILANO – Teatro Lirico;
25 novembre, FIRENZE – Tuscany Hall
FRANZ DI CIOCCIO: dai “QUELLI” ad un passo dai LED ZEPPELING a DE ANDRE’
Nato in provincia de L’Aquila, a Pratola Peligna, il 21 gennaio del 1946, si trasferisce a Milano giovanissimo. Nel 1964 l’incontro decisivo per la sua carriera artistica: conosce infatti il chitarrista Franco Mussida, con cui darà vita ai ‘Quelli’, una band di genere beat, successivamente diventata Premiata Forneria Marconi. La cosa curiosia è che il cantante dei Quelli era Antonio Teocoli, poi divenuto famoso come presentatore e comico con il nome di Teo.
Una leggenda lo vuole ad un passo dai Led Zeppelin, per sostituire un mostro sacro come John Bonham alla batteria, morto nel 1980.
“I Led Zeppelin stavano pensando di fare delle cose. Quando sono stato in America, un giornalista che mi aveva visto suonare, aveva scritto che suonavo la cassa in un modo fantastico, tanto quanto Bonham.
Tornato in Italia, a casa ricevo una chiamata del giornalista Armando Gallo che mi fa “Franz, ti vogliono contattare i Led Zeppelin, perché cercano un batterista”.
Gli disco “stai scherzando?’. Volevano vedere il mio modo di suonare, stavano facendo un casting. Alla fine non se ne è fatto niente, hanno scelto Jason, il figlio di John, ma mi ha fatto piacere, mi inorgoglisce“.
Nella carriera della Pfm e di Di Cioccio fondamentale è stato l’incontro con Fabrizio De André:
“Fu un incontro fondamentale. Avevo in mente questa cosa da tanto, non sopportavo il dualismo che c’era in Italia tra cantautori e gruppi. In Italia era il momento dei cantautori. Era un esperimento che da noi mai nessuno aveva pensato di fare. In America lo aveva fatto Bob Dylan con The Band, mi sono detto che perché da noi non si può fare?”
Fabrizio ci venne a vedere suonare in Sardegna. Così gli ho detto, all’improvviso, perché non facciamo un tour insieme? Io ci ho creduto per primo, poi anche lui“. È così “abbiamo messo su questa cosa. È stato tutto bello, lievitato con il tempo, l’Italia non era abituata ad una cosa del genere, ci davano dei pazzi, avevamo tutti contro, soprattutto i giornalisti. Invece con il tempo è diventata una cosa che ha cambiato una fase della musica in Italia, ha aperto la via della collaborazione. Lui ci ha lasciato mano libera, si è fidato, molto strano per uno come De André. Ogni brano è stato curato perché dovesse essere un affresco musicale poetico”.