Circondato da attacchi mediatici l’ex presidente americano Donald Trump ha presentato nelle ultime ore una causa all’emittente Cnn con l’accusa di diffamazione. La richiesta di risarcimento danni ammonta a 475 milioni di dollari, più o meno una cifra sovrapponibile in euro dato il tasso di cambio quasi paritario. Di seguito parte della nota presentata al Tribunale di Fort Lauderdale, in Florida:

L’emittente televisiva Cnn continua a condurre una campagna di diffamazione e calunnia a mezzo stampa contro Donald Trump ed esercita la propria influenza su ampia scala come presunta fonte affidabile di informazioni per ottenere la sua sconfitta politica.

Braccio di ferro Trump-Cnn, il tycoon promette battaglia ai media

Dal canto proprio la Cnn si è rifiutata di commentare la denuncia presentata da Trump e non trapela alcuna indiscrezione “ufficiosa” da fonti interne.

Oltre al modus operandi generale, nel documento si leggono anche i termini con cui l’emittente avrebbe rinominato il tycoon durante le sue trasmissioni. Parliamo di parole anche pesanti che spaziano da un generico “razzista” fino a “Hitler”: nel mezzo “lacché russo” e “insurrezionalista”

La questione ruota non solo attorno alle elezioni di metà mandato, in programma a novembre, ma anche e soprattutto in ottica Presidenziali 2024. Dal punto di vista di Trump i media temono una sua discesa in campo, di fatto scontata anche se non annunciata ufficialmente.

Non è certamente un periodo felice per il leader repubblicano, che comunque preannuncia tramite i suoi legali di essere solamente all’inizio della sua difesa contro la gogna mediatica e promette nuove denunce a stretto giro. La sua candidatura alle Presidenziali 2024 rimane infatti in bilico a causa dei procedimenti giudiziari a suo carico: i documenti governativi trovati nella sua villa in Florida dall’Fbi; l’accusa di truffa insieme a tre suoi figli (Donald Junior, Ivanka e Eric) legata alla multinazionale Trump Organization; infine un presunto caso di stupro ai danni di una giornalista