Dopo lo strappo di inizio agosto Carlo Calenda torna a tendere la mano al Pd in una lettera pubblica integralmente dal quotidiano Repubblica. Una mano tesa che ha il sapore del rimprovero per la smarrita identità politica ma anche l’appello a scegliere il riformismo proposto del Terzo Polo anziché il populismo promesso dal M5s.
Nell’agenda politica del M5S manca il principio fondamentale del progressismo: l’emancipazione. Lavoro, istruzione, percorsi di vita dignitosi sono completamente assenti
Estratto della lettera di Calenda a Repubblica
“M5s non può definirsi progressista”
Il leader di Azione sottolinea la diversità della scelta, non tanto sui personaggi quanto sui programmi. Il Pd non è chiamato a votare per Calenda o per Conte quanto per il riformismo o il populismo. In realtà un messaggio indiretto al leader pentastellato, che dall’inizio della campagna elettorale ha professato il Movimento come unica forza realmente progressista nell’ultimo quadriennio.
Il parlamentare romano prosegue poi la (lunga) lista dei difetti 5 Stelle:Conte non parla di scuola e sanità, mentre il welfare peggiora, ma di bonus e sussidi. Non parla di transizione energetica ma dice “no” a tutto. Non promuove processi equi e rapidi ma pratica il giustizialismo personale secondo cui è tutto un magna magna
Contrariamente a quanto sostenuto più volte, il voto del M5s al Sud rappresenta la condanna del meridione all’assistenzialismo e la sconfitta di ogni possibilità di riscatto. A proposito di politica estera, il populismo grillino si manifesta attraverso un “neutralismo di comodo” che li porta ad essere nei fatti fiancheggiatori di Putin
Manca nella proposta del M5S il principio fondamentale di una politica progressista: l’emancipazione. Dare lavoro, dare istruzione, dare la possibilità di costruire percorsi di vita dignitosi; tutto ciò è assente dall’agire e dalla narrazione dei 5S.
Al contrario dei 5S la proposta del Terzo Polo è tutta incentrata sulla ricostruzione di un welfare funzionante. Non abbiamo proposto mirabolanti tagli di tasse, aumento di sussidi, pensioni per tutti come i 5S e la destra sovranista.
Calenda bacchetta il Pd: “Fallimento elettorale dovuto alla confusione di idee”
Per un Movimento che mente ai propri elettori c’è un Terzo Polo riformista che vuole fare le cose in maniera seria e senza mirabolanti promesse impossibili da mantenere. Sì agli investimenti nei settori più colpiti dalla pandemia, come scuola e sanità, sì alla transizione energetica per ridurre la dipendenza dal gas russo e diversificare le fonti, sì all’introduzione di un salario minimo legale
Infine, la ramanzina al Pd che maschera il dente avvelenato per quanto accaduto in campagna elettorale:
Il fallimento del Pd alle elezioni deriva dalla convinzione di poter tenere dentro tutto: il riformismo, il populismo, il moderatismo; nascondendo questa confusione dietro gli allarmi democratici e gli appelli morali. Come si fa, mi domando, a non spiegare agli elettori con chi si intende governare? Non con i 5S, non con una larga coalizione e neppure con i tuoi alleati Fratoianni e Bonelli.
Il nostro obiettivo non è cancellare il Pd perché l’Italia ha bisogno di un grande partito socialdemocratico, così come ha bisogno del partito liberaldemocratico che stiamo costruendo. Ma se il nodo dell’alleanza con i 5S non verrà sciolto prima del Congresso, allora nulla potrà cambiare