Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina si concentrano esclusivamente sulla prospettiva del conflitto della Russia: l’esercito di Kiev, infatti, sta recuperando terreno anche in Donbass e non mancano le critiche nei confronti della gestione militare interna. Vediamo le ultime notizie.

Guerra in Ucraina, la furia di Kadyrov contro Lapin

La controffensiva ormai conclamata delle truppe di Kiev inizia a provocare più di qualche malumore tra i vertici militari russi, con la guerra in Ucraina entrata in una nuova fase dopo l’annessione delle regioni filorusse la scorsa settimana (approvata ieri dalla Duma all’unanimità).

Dopo le riconquiste nell’oblast di Kharkiv, poi duramente messo alla prova da altri attacchi sui civili, ora l’avanzata ucraina arriva verso il Donbass. Nella giornata di ieri è stato liberato il villaggio di Lyman, vicino ai maggiori centri di Sloviansk e Kramatorsk già precedentemente liberati. Nel mirino della critica, anche della stampa, finiscono il comandante generale della Difesa, Alexander Lapin, e il capo di Stato maggiore Valeri Gerasimov:

La resa di Lyman agli ucraini è una questione politica e per la prima volta dall’inizio dell’operazione militare speciale, alcuni comandanti delle forze armate sono chiamati direttamente in causa come responsabili di quanto accaduto

Estratto di un redazionale di Gazeta

Ma tra le voci più autorevoli del dissenso c’è quella di Razman Kadyrov, il leader militare ceceno, il quale ha annunciato che manderà i tre figli minorenni a combattere. Sul generale Lapin la posizione di Kadyrov è insindacabile e verte su errori strategici e di comunicazione: Lyman era infatti snodo cruciale da un punto di vista dei rifornimenti. Ma il leader ceceno ha rincarato la dose accusando anche Gerasimov, reo di essersi fidato fin troppo di un “incapace” come Lapin.

Ancora guai per la giornalista russa anti-guerra

Dall’intelligence britannica, nel canonico rapporto giornaliero sui dati militari, arriva l’indiscrezione circa il periodo di inizio della mobilitazione in Russia: il primo novembre. Mosca prende dunque tempo per aumentare la quantità delle risorse disponibili (obiettivo 300mila unità) prima di addestrarle per il fronte. A loro si aggiungeranno i 120mila coscritti che, per legge, non possono essere inviati al di fuori dei confini russi.

Infine, torna alla ribalta delle cronache il nome di Maria Ovisannikova: la giornalista russa che a marzo manifestò il suo dissenso verso la guerra esponendo un cartello con il messaggio “No war” in diretta televisiva. Ebbene, a una settimana dalla scadenza degli arresti domiciliari (il prossimo 9 ottobre), sarebbe fuggita insieme alla figlia 11enne: è ricercata ufficialmente dal ministero degli Interni.

Ambasciatore russo a Parigi: “Per ora nessun motivo per uso di armi atomiche”

L’ambasciatore russo in Francia lancia parole distensive, per lo meno sul nucleare.

“La dottrina nucleare russa è molto  precisa. In due sole circostanze è giustificato l’uso di una tale  arma. Un attacco nucleare contro la Russia e i suoi alleati o un  attacco convenzionale che minacci l’esistenza stessa del nostro Stato”, ha ricordato. “Il nostro Paese è democratico. Ci sono alcune  personalità politiche che si pronunciano sull’argomento. Ma per il  momento non c’è ragione di usare armi nucleari tattiche”.