L’onorevole eletto del Movimento 5 Stelle Agostino Santillo è intervenuto nella trasmissione L’imprenditore e gli altri, condotto da Stefano Bandecchi con il Rettore Fabio Fortuna e il direttore dei notiziari Gianluca Fabi, su Cusano Italia Tv, commentando fra le altre cose il risultato delle ultime elezioni politiche.

Elezioni, Santillo: “Letta ha voluto affossare l’asse Pd-M5S”

Nel corso della puntata de L’imprenditore e gli altri del 3 ottobre, in tema elezioni Santillo, che nella XVIII legislatura era stato eletto al Senato, è convinto che la rottura dell’alleanza giallorossa sia stata causata principalmente da Enrico Letta. Una linea, quella del segretario Dem, che ha prosciugato il bacino elettorale del PD, in favore proprio del Movimento. Secondo Santillo, molto spesso l’elettore del Partito Democratico ha deciso di votare invece per il Movimento 5 Stelle per due motivazioni:

“Il primo motivo è che qui con Zingaretti si portava avanti un progetto comune basato sul governo Conte 2. Poi è arrivato Enrico Letta, che ha fatto di tutto per affossare quella linea. La seconda motivazione è che lo stesso Letta, e quindi il Pd, ha detto in campagna elettorale che non sarebbe potuto tornare con il Movimento perché non avevamo votato la fiducia a Draghi; fiducia che abbiamo sempre votato, tranne che ad un provvedimento“.

Tuttavia, prosegue l’onorevole eletto, i Dem hanno poi sconfessato la loro linea

(facendo) una coalizione con chi comunque quella fiducia non l’ha votata. Questa totale incongruenza del PD ha fatto si che il Movimento 5 Stelle ha fatto presa su questo elettorato di centrosinistra, che guardava ad una forza progressista, un’offerta concreta con Conte presidente”.

Una nuova alleanza giallorossa? “Si, ma con una nuova dirigenza Dem”

Quando Stefano Bandecchi chiede a Santillo se i 5 Stelle e il Pd senza più Enrico Letta segretario si potrebbero ritrovare e, di conseguenza, dare vita ad una nuova alleanza giallorossa, Santillo risponde così:

“Su questo siamo stati molto chiari, lo è stato anche il nostro presidente. Per noi questa del Pd è una dirigenza con cui non si può lavorare perché è saltato il requisito fondamentale dell’affidabilità. Se il Pd cambia dirigenza, cambia registro e torna su temi che sono quelli che si portavano avanti quando andavano bene… Il movimento è sempre stato dalla parte dei temi. Per questo il Movimento è riuscito a realizzare punti del suo programma «utilizzando» altri partiti politici: usando il Pd, usando la Lega, stando all’interno del governo Draghi. Fino all’inceneritore (quello per la città di Roma, ndr): lì non ne abbiamo potuto più”.