Il Ceo di Eni Claudio Descalzi ha parlato dello scenario italiano relativo al gas a margine degli Eni Awards. Un discorso che non ricalca fedelmente le parole di Roberto Cingolani e non possono rassicurare in vista dell’inverno:
L’Italia ha fatto di tutto per ridurre la propria dipendenza energetica da Mosca, ma il gas russo è ancora fondamentale perché rappresenta il 9-10% del nostro bisogno. In vista dell’inverno è sbagliato parlare di fiducia, sicuramente gli sforzi profusi sono stati importanti tuttavia il fabbisogno nazionale non può fare ancora a meno di Gazprom
Gas, Descalzi (Eni) sui rigassificatori: “Hub di Piombino strategico”
Notizia di ieri il blocco delle forniture di gas dalla Russia in arrivo dall’Austria, Descalzi (Eni) spera in una rapida soluzione:
C’è un problema di garanzie legato all’azienda trasportatrice del gas. Come Eni abbiamo stanziato un fondo per provare a subentrare, faremo il massimo sforzo per risolvere la questione in tempi brevi
Sul versante dei rigassificatori non posso che confermare l’importanza strategica dell’impianto di Piombino. Di quelli esistenti (La Spezia, Rovigo e Livorno) è stata aumentata la portata che garantisce circa 18 miliardi di metri cubi di gas annui. Non è una questione di gas, tant’è vero che i costi di acquisto sono inferiori ai valori di Amsterdam, e l’offerta supera la domanda. Gli stoccaggi sono pieni al 90% ma serve arrivare al 100% se vogliamo coprire un periodo più lungo
Chiaramente per essere certi della sopravvivenza energetica è necessario che i nuovi partner dell’Italia, ossia Algeria, Egitto e Libia, garantiscano le forniture con continuità. A proposito del nuovo asset commerciale della Russia in materia di gas, ecco parte del comunicato pubblicato da Gazprom oggi:
La domanda globale di gas è scesa di 40 miliardi di metri cubi negli ultimi 9 mesi, di cui il 75% è attribuibile ai Paesi dell’Ue. Il consumo di gas è diminuito anche nel Regno Unito di circa 5 miliardi di metri cubi, combinando quasi il 90% della riduzione totale. La quota totale dell’Ue e del Regno Unito nella riduzione della domanda globale è quasi del 90%