La situazione geopolitica sta causando molti problemi su diversi fronti alle famiglie italiane. Uno di questi è quello legato al cibo e al caro dei beni di prima necessità. Un bene sempre presente sulle tavole degli italiani è sicuramente la pasta e questa nello specifico ha aumentato il suo costo sul mercato a dismisura.
I numeri del caro dei beni di prima necessità
Le famiglie nel nostro paese spenderanno nel 2022 solo per la pasta quasi 800 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente a causa dei rincari record scatenati dalla guerra in Ucraina e delle distorsioni all’interno delle filiere che impoveriscono le tasche dei cittadini e danneggiano gli agricoltori. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti, su dati Istat, che fotografa gli effetti dell’aumento dei prezzi del prodotto alimentare più presente sulle tavole degli italiani.
Come incide questo sulla fascia più povera
La situazione grava soprattutto sulle famiglie più povere dove la pasta ha una incidenza più elevata sulla spesa quotidiana. Se a Milano un chilo di pasta di semola può costare fino a 3,18 euro, a Roma si viaggia sui 3,20 euro, a Bologna siamo a 3,26 euro, a Palermo 2,48 euro al chilo, a Napoli 3,18 euro, secondo elaborazioni Coldiretti su dati dell’Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo economico.
I dati sul grano
A livello nazionale si è infatti verificato il crollo dei raccolti fino al -30% con gli agricoltori che hanno dovuto anche affrontare rincari delle spese di produzione che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio con incrementi medi dei costi correnti del 68% secondo elaborazioni Coldiretti su dati del Crea. Con la forte dipendenza dall’estero la guerra ha dunque moltiplicato manovre speculative e pratiche sleali sui prodotti alimentari aggravando una situazione che vede il nostro Paese dipendente dalle importazioni straniere già per il 44% del grano duro per la pasta.
Le prime dichiarazioni sul caro dei beni di prima necessità
Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha parlato del prossimo futuro e di come intervenire da subito: “Occorre ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. Serve anche investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità”.