Le elezioni Brasile 2022 si stanno avviando al ballottaggio dopo che nessun candidato ha raggiunto una maggioranza superiore al 50% al primo turno di votazioni. Milioni di persone hanno votato e il sorprendente risultato del presidente di estrema destra Jair Bolsonaro costringe Luiz Inacio Lula da Silva al ballottaggio. Secondo i dati diffusi dalla Corte Suprema Elettorale, Luiz Inacio Lula da Silva ha ricevuto 57.254.672 voti, pari al 48,43%, mentre Jair Bolsonaro ne ha ottenuti 51.070.672, equivalenti al 43,20%. Poiché nessuno dei due ha ottenuto la maggioranza dei consensi, la corsa andrà a un secondo turno di votazioni il 30 ottobre. Simone Tebet, terzo per preferenze tra gli elettori, ha chiuso con 4.915.217 voti (4,16%). Ciro Gomes (Pdt, sinistra) quarto con 3.599.157 voti (3,04%).
Elezioni Brasile 2022, gli attacchi di Bolsonaro
Bolsonaro, 67 anni, ex capitano dell’esercito, ha concentrato la sua strategia di campagna sui valori morali (“Dio, patria, famiglia”) e sugli attacchi al suo avversario, che definisce “ladro” e “ex detenuto”.
Mantiene un solido sostegno tra gli evangelici, che rappresentano un terzo dell’elettorato, dell’agrobusiness e dei settori popolari che non perdonano il Partito dei Lavoratori di Lula per gli scandali di corruzione in cui è stato coinvolto.
Il suo mandato è stato caratterizzato da una gestione turbolenta della pandemia, che ha provocato 686.000 morti (il Brasile secondo solo agli usa) un aumento della povertà e della fame, livelli record di deforestazione in Amazzonia e attacchi alle istituzioni giudiziarie e alla stampa. Peraltro, il leader della destra, ai giornalisti ha commentato in questa maniera il risultato:
Ci sono molti voti risultato della condizione del popolo brasiliano che ha sentito l’aumento dei prodotti, in particolare del paniere alimentare di base. Capisco il desiderio della popolazione di cambiare, ma a volte si cambia in peggio. Evidentemente non abbiamo raggiunto lo strato più importante della popolazione.
Lo scandalo di Lula influenza i risultati
Lula, 76 anni, puntava alla terza presidenza al primo turno, sostenuto dalle classi popolari, dalle donne e dai giovani, dopo aver governato il Brasile dal 2003 al 2010 e aver lasciato il potere con un indice di popolarità invidiabile.
Ma Lula non è riuscito a scrollarsi di dosso la macchia della corruzione agli occhi di buona parte della società. È stato condannato e in seguito le sue condanne sono state annullate per motivi procedurali per lo scandalo “Lava Jato”, un giro di corruzione nella compagnia petrolifera statale Petrobras.
Se diventerà presidente, Lula promette di combattere la fame, di far uscire il Paese dal suo isolamento diplomatico e di sostenere la conservazione dell’ambiente ostacolata da suo avversario:
Vinceremo queste elezioni, il successo è solo rinviato. Questo per noi è semplicemente un tempo supplementare.
A questo punto l’appuntamento è rimandato per il 30 ottobre, dove Bolsonaro conterà di trovare il sostegno necessario per capovolgere la situazione attuale: gli elettori di Simone Tebet sono l’obiettivo più credibile. Secondo gli analisti politici, il Presidente uscente sembra avere buone possibilità. Dall’altra parte, Lula dovrà cercare il sostegno di chi si è astenuto. La parola passa nuovamente al popolo.