Sigourney Weaver tornerà in Avatar 2 e ha parlato di cosa significhi questo progetto per James Cameron.
Sigourney Weaver su James Cameron, Avatar 2, famiglia e figli
Manca sempre meno all’arrivo nelle sale di Avatar 2 (La Via dell’Acqua), che uscirà in Italia il 14 dicembre per poi essere distribuito negli Stati Uniti due giorni dopo, il 16 dicembre.
Mentre il primo capitolo torna nelle sale e domina il box office dopo 13 anni dalla sua uscita originaria, si iniziano a scoprire nuovi dettagli sulle tematiche che saranno al centro del suo attesissimo sequel. Qualche elemento in più, in questo senso, arriva da un’intervista rilasciata da Sigourney Weaver a margine della presentazione del suo nuovo film, The Good House, a New York. Come noto, l’attrice tornerà sul pianeta Pandora non più nelle vesti della dottoressa Grace Augustine, morta alla fine della pellicola del 2009, ma in quelle di Kiri, l’adolescente figlia adottiva di Jake (Sam Worthington) e Neytiri (Zoe Saldana). La famiglia sarà, dunque, al centro della vicenda de La Via dell’Acqua. Proprio questo aspetto, secondo l’attrice, rispecchia l’importanza che il tema ha per James Cameron, e quanto lui abbia messo di se stesso nella realizzazione di questo secondo capitolo.
“La storia parla della famiglia, delle nostre famiglie che cercano di mantenersi unite, e fino a che punto noi siamo in grado di spingerci per proteggerci a vicenda e difendere il posto in cui viviamo. Tutto questo si basa moltissimo sulla famiglia di Jim e su quanto essa lo riempia di gioia, ma esprime anche quanto una persona possa sentirsi vulnerabile quando ha dei figli di cui è responsabile“.
L’esperienza “rigenerante” di The Good House
La Weaver, cha ha ormai 73 anni, ha raccontato quanto sia stata faticosa la lavorazione di Avatar: La Via dell’Acqua, tra addestramenti con i Navy SEALs e l’allenamento per migliorare la propria capacità di trattenere il respiro sott’acqua per alcune scene del film, ma anche quanto lei e il resto del cast si siano sentiti al sicuro mentre sperimentavano tutto questo, proprio grazie alla presenza di Cameron, che “si circonda delle persone migliori per garantire a tutti la massima sicurezza sul set”.
L’attrice si è poi soffermata sulla sua esperienza sul set di The Good House, uscito nelle sale americane il 30 settembre, nel quale interpreta Hildy Good, stimata agente immobiliare in una cittadina del New England, ma con gravi problemi di alcolismo. La donna vede il suo mondo apparentemente idilliaco messo in discussione dall’incontro col suo fidanzato dei tempi della scuola, Frank Gretchell (Kevin Kline) che la porterà a fare i conti con se stessa.
In un mondo come quello di Hollywood, che cerca in ogni modo di ignorare la vecchiaia e nasconderne le storie, la Weaver ha sottolineato quanto sia stato importante per lei interpretare un ruolo simile.
“L’esperienza è stata davvero rigenerante. Ho colto al volo l’occasione di poter impersonare una donna in là con gli anni, all’interno di una storia raccontata interamente dal suo punto di vista“.
Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala, la domenica dalle 20 alle 22 su Radio Cusano Campus.