Morta a 91 anni la scrittrice Rosetta Loy, celebre autrice di numerosi libri come “Le strade di polvere”, che le è valso prestigiosi riconoscimenti tra cui il Premio Campiello. La Loy fu una delle voci della “Generazione degli anni trenta” alla quale apparteneva anche Umberto Eco.
È morta nella sua casa di Roma, città che amava tantissimo, circondata dalla famiglia, la scrittrice Rosetta Loy. Aveva esordito nel 1974 con “La bicicletta”, ma è con “Le strade di polvere” che si è fatta conoscere ai più, vincendo il Premio Viareggio e il Premio Campiello nel 1988. Scrittrice raffinata e intensa nel 2017 le era stato attribuito anche il Premio Campiello alla Carriera.
Il decesso è avvenuto per arresto cardiocircolatorio e difficoltà respiratorie. I funerali si svolgeranno Martedì 4 Ottobre alle 10.30 nella Chiesa di Grottarossa Santa Maria Immacolata.
Anche se era nata a Roma, il 15 Maggio del 1931, l’autrice sarà tumulata in Piemonte nel cimitero di Mirabello Monferrato, il paese dove è ambientato “Le strade di Polvere” e dove c’è ancora la casa del padre di Rosetta Provera Loy, che era piemontese.
Il suo ultimo libro, “Cesare” del 2018, era dedicato alla memoria del critico letterario e scrittore Cesare Garboli a cui la Loy era stata legata per anni ed è stato pubblicato da Einaudi, editore principale dei suoi libri.
Di lei proprio Cesare Garboli, con cui Loy ha condiviso un lungo tratto di vita e al quale ha dedicato il suo ultimo libro, scrisse:
“Rapida, essenziale, concreta; ma, come certi scrittori dell’Ottocento, si esalta in quegli argomenti sui quali finiamo sempre col misurare, per abitudine, il talento dei romanzieri: l’amore, la guerra, i bambini, la morte”. Ogni suo romanzo è una tessera di un ampio puzzle che ha raccontato riflettendo il periodo storico nel quale è vissuta con il buio del periodo fascista e la speranza della rinascita dopo la guerra”.
La Loy faceva parte della cosiddetta “generazione degli anni Trenta”, un nutrito gruppo di autori italiani che conta tra gli altri Umberto Eco, Gesualdo Bufalino, Carmelo Samonà, Luca Canali, Gina Lagorio, Francesca Sanvitale e molte altre penne.
Morta Rosetta Loy: le sue opere e i suoi premi
Loy ha scritto il suo primo racconto già all’età di nove anni, ma la ferma determinazione di diventare una scrittrice si è manifestata verso i 25 anni. Dopo il suo esordio nel ‘74 con “La bicicletta” (Premio Viareggio Opera Prima), ha scritto vari romanzi (La porta dell’acqua, L’estate di Letuche, All’insaputa della notte), il più noto dei quali è “Le strade di polvere”, pubblicato per la prima volta da Einaudi nel 1987.
Grazie a questo libro l’autrice ha vinto numerosi premi letterari, come il Premio Campiello nell’anno della sua pubblicazione, il Premio Supercampiello, il Premio Viareggio, il Premio Città di Catanzaro e il Premio Rapallo nell’anno successivo. E, infine, il Premio Montalcino due anni dopo. Il romanzo narra la storia di una famiglia monferrina dalla fine dell’età napoleonica ai primi anni dell’Italia unita.
Altra opera di grande successo fu “La parola ebreo” che racconta la storia della sua famiglia e di una certa borghesia italiana che, anche se non apertamente schierate con il fascismo, accettarono le leggi razziali senza avere coscienza della tragedia che si stava compiendo: memoria individuale e memoria collettiva si sovrappongono, sottolineando il peso di una responsabilità storica e morale.
Più volte intervenne anche sul rischio dell’oblio: “Dimenticare l’orrore delle persecuzioni antisemite di questo secolo e il suo spaventoso finale può essere molto pericoloso. È come essere miopi e buttare via gli occhiali”.
Durante gli ultimi anni, invece, ha pubblicato per Roma Nottetempo “Cuori infranti“, “Gli anni fra cane e lupo. 1969-1994. Il racconto dell’Italia ferita a morte” per l’editore Chiarelettere e quindi due titoli per Einaudi: “Forse“, nel 2016 e infine proprio “Cesare” nel 2018.