Stefano Bonaccini torna a parlare dei problemi interni al Pd dopo aver momentaneamente messo a tacere le voci su un suo possibili ruolo da leader. Prima di proiettarsi verso il futuro del partito, Bonaccini inizia a parlare già da “presidente” cercando di identificare i principali problemi al momento. Ecco la sua analisi su Twitter:

C’è un problema di credibilità, non di immagine; di sostanza, non di forma; di progetti, non di slogan; di classe dirigente, non di album delle figurine. Ci si riavvicina alle persone parlando dei loro problemi e delle soluzioni che proponiamo, non della nostra immagine. Altrimenti cerchiamo scorciatoie.

Poi, un passaggio sulle alleanze:

Le alleanze sono importanti ma l’identità di un partito non si costruisce decidendo a tavolino con chi ti vorrai alleare domani, ma decidendo oggi chi vuoi rappresentare e con quale idea di società. Qualsiasi critica costruttiva al Pd è ben accetta e favorire la partecipazione anche di quanti hanno smesso di votarci o che potrebbero farlo per la prima volta è essenziale. Ma il nostro compito è costruire, non demolire. C’è un’opposizione da organizzare e un’agenda da ricostruire: se nel momento in cui le aziende mettono in cassa integrazione le persone, le famiglie non riescono a pagare le bollette ci mettiamo a discutere di problemi nomi, simboli, alleanze, costituenti non ci capirà nessuno.

Pd, Stefano Bonaccini sul futuro del partito

Guardando invece a quella che potrebbe essere la linea politica futura del Pd, Bonaccini si è detto orientato ad un rinnovamento totale della classe dirigente per “non lasciare in panchina” i volti nuovi:

Il problema del Pd non sta nel nome o nel simbolo, ma nella capacità di rappresentare le persone e costruire un progetto coerente e credibile per gli obiettivi per cui è nato: dare diritti a chi ne ha di meno, realizzare una transizione ecologica che tenga insieme le ragioni dell’ambiente con quelle del lavoro, costruire un’Italia più moderna, più forte e più giusta. Anche la classe dirigente va rinnovata nella sostanza, non per slogan: abbiamo donne e uomini nel partito dei territori, amministratrici e amministratori che hanno dimostrato sul campo di saper vincere. Smettiamola di tenerli in panchina.